I risultati delle elezioni a Hong Kong sono eloquenti: è un trionfo per i democratici anti-Cina. I candidati del fronte di opposizione hanno spazzato via i “tutori” di Pechino spinti da un’affluenza record. Alle urne il 71 per cento dei registrati: parliamo di quasi tre milioni di cittadini, il doppio rispetto al 2015. Ora ci si chiede se questi risultati spingeranno la governatrice Carrie Lam a trattare sulle richieste dei giovani ribelli sostenuti con il voto dalla maggioranza pacifica di Hong Kong. L’istituzione di una commissione di inchiesta sull’eccesso di reazione della polizia e l’amnistia per i cinquemila arrestati potrebbe servire ad aprire il dialogo. Sono elezioni locali, ma hanno un chiaro significato politico. Secondo i primi risultati dello spoglio delle elezioni distrettuali di Hong Kong riportati dai media locali, i canditati delle formazioni democratiche sono in vantaggio: a metà spoglio i democratici avevano conquistato 196 seggi contro i 27 dei filo-cinesi, su un totale di 452. (agg. di Silvana Palazzo)
ELEZIONI HONG KONG: WONG “ITALIA NON CI AIUTA”
Urne chiuse per le Amministrative ad Hong Kong con la Commissione per gli affari elettorali che tarda però nel comunicare il dato finale sull’affluenza, dato comunque attorno alla quota record del 70%: superato e di netto il dato delle scorse Elezioni distrettuali nella città asiatica, si attendono le prossime ore per i primi risultati nel merito dei nuovi candidati ai distretti di Hong Kong per capire se l’effetto della piazza anti-Cina avrà avuto o no le conseguenze sperate dai manifestanti. Alla rilevazione delle 9:30 (14:30 in Italia), l’affluenza si è attestata al 69% pari a 2,85 milioni di votanti, il doppio degli 1,47 milioni della tornata elettorale del 2015, chiusa con affluenza al 47%. In una lunga intervista all’Agi, il leader Wong lancia un grande appello diretto all’Italia «La libertà non è qualcosa che si possa dare per scontato»; per Joshua Wong quanto avviene in Hong Kong non è qualcosa che resti solo nella lotta quotidiana tra Pechino e la piazza, ma può essere monito per tutto il mondo «Quando il vostro ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dice: ‘noi non vogliamo interferire nelle questioni di altri Paesi’, io rispondo che forse si dovrebbe mettere nei panni degli altri per comprendere la perdurante brutalità della polizia sin dal giugno scorso, quando i manifestanti si sono trovati di fronte a pallottole vere. Senza contare il fatto che un’azienda automobilistica italiana (l’Iveco, ndr) fornisce i veicoli alla polizia di Hong Kong. Credo che uno Stato responsabile prenderebbe in considerazione la consapevolezza della dignità umana».
AFFLUENZA RECORD PER ELEZIONI DISTRETTUALI
Sono in corso ancora per 4 ore (italiane, ndr) le elezioni distrettuali a Hong Kong dopo mesi di incessanti battaglie civili e scontri in piazze tra i giovani manifestanti che chiedono l’indipendenza dalla Cina e il Governo di Carrie Lam che, con l’aiuto dei militari cinesi, ha duramente (e continua a farlo) represso le istanze anche violente del popolo in piazza. In attesa dei risultati delle Amministrative, i dati che arrivano diretta da Hong Kong sull’affluenza sono incredibilmente da record: solo alle 13:30 locali (le nostre 6:30), i votanti erano già il 37%, pari a 1,52 milioni di elettori; il dato copriva già il risultato dell’intera tornata elettorale del 2015, quando alle urne si recò 1,47 milioni di elettori. Dal punto di vista dell’importanza strettamente politica, queste Elezioni distrettuali non hanno una gran valenza (il Governo è sempre nominato direttamente da Pechino, non vi è una vera partita elettorale per la guida della città-stato) e vedono l’elezione dei membri i 18 consigli distrettuali: è più il momento molto particolare in cui accadono queste Amministrative ad accendere i riflettori mondiali su Hong Kong, specie sui possibili scontri che potrebbero scorgersi alle urne verso la fine delle votazioni.
ELEZIONI HONG KONG: WONG “L’UE CI AIUTI”
Le responsabilità dei consiglieri distrettuali sono decisamente locali: controllano la spesa dei distretti di Hong Kong e sono al massimo una “palestra” per i politici emergenti. Eppure tali Elezioni Amministrative stanno riversando voti su voti alle urne da parte di un popolo che non ne può più degli scontri ma anche dei soprusi del Partito Comunista di Cina che controlla quasi tutto a Hong Kong. Gli scenari in campo sono molto chiari: i manifestanti pro-democrazia e anti-Cina sperano di ottenere un risultato che certifichi il sostegno delle loro posizioni in tutta la maggioranza della popolazione, mentre la governatrice Carrie Lam spera in un risultato ovviamente opposto. «Una battaglia per la democrazia continua: protestiamo nelle urne!», ha spiegato ancora stamattina il leader dei dissidenti, Joshua Wong, arrestato più volte nelle scorse settimane durante le manifestazioni anti-Governo. Di segno opposto l’intervento della Governatrice Lam: «Stiamo affrontando una situazione estremamente impegnativa nell’organizzazione di queste elezioni, ma sono soddisfatta per gli sforzi di tutte le parti coinvolte. Il voto è per eleggere i candidati per i 18 consigli distrettuali. Sono sicura che ogni elettore terrà conto di tutti i fattori prima di decidere». Sempre Wong ha però poi replicato di non volersi arrendere – e come lui moltissimi altri manifestanti – per richiedere la piena autonomia di Hong Kong dall’ultimo “controllo” coloniale proveniente da Pechino. In una intervista stamane al quotidiano tedesco Handelsblatt, il giovane leader Joshua Wong lancia appello all’Ue per intervenire: «L’Europa finora ha fatto troppo poco Hong Kong vive una crisi umanitaria. […] L’Ue deve promuovere un’inchiesta indipendente ed esercitare pressione, in modo che si ponga fine alla brutalità della polizia, e che si possa arrivare a nuove elezioni a Hong Kong»; non solo, per il dissidente anti-Cina, «Abbiamo bisogno di un meccanismo di sanzioni che punisca le violazioni dei diritti umani e l’abuso di potere della polizia di Hong Kong».