Enrico Ruggeri si svela in una lunga intervista al Corriere della Sera, tra il suo rapporto con le donne e l’amore e la figura del padre che ha inciso sulla persona che è oggi. “Come frase a effetto potrei dire che ci sono uomini che parlano di donne e uomini che parlano con le donne. È nata dall’aver ascoltato centinaia di donne, anche per motivi abietti; quando cerchi di rimorchiare e lei si lamenta del marito mentre tu pensi: partiamo bene – racconta il cantautore – L’uomo in fondo è come il politico in campagna elettorale: quando corteggia una donna le prospetta un futuro bellissimo, poi, ottenuto l’incarico, non è all’altezza”.
Enrico Ruggeri ammette senza mezzi termini che in tema di donne “quando diventi famoso le opportunità si moltiplicano in modo esponenziale. Ho passato stagioni in cui facevo 150 concerti all’anno e se andava male andavo via con una ragazza per sera”. Il cantautore si sente parte di “una generazione in cui dovevi essere diverso per rimorchiare, mentre oggi gli adolescenti sono tutti uguali; io ogni cento metri vedo uno che scambio per mio figlio. Allora invece il pensiero era diverso: devo fare qualcosa che non fa nessuno”.
Enrico Ruggeri: “mio padre? Mi ha insegnato disprezzo del denaro e rabbia”
Enrico Ruggeri, nell’intervista per il Corriere della Sera, parla anche del suo passato e del complesso rapporto con il padre che “è sempre stato assente, è morto di depressione. Non ha lavorato un solo giorno della sua vita e ha dilapidato un patrimonio di generazioni”. Eppure “lo ringrazio perché io sono cresciuto con il disprezzo del denaro tipico dei ricchi e provo la rabbia che anima i poveri. Intendiamoci, non ero povero, appartenevo alla piccola borghesia, ma avevo zie super snob, respiravo il gusto del bello, l’aria da signori pur non essendolo”.
Guardandosi attorno nella Milano di oggi, Enrico Ruggeri scorse soltanto “omologazione” da una parte e “denaro” che “oggi è diventato una qualità morale”. Un giudizio molto netto da parte del cantautore, che sottolinea: “vengo da una generazione che qualche libro l’ha letto. Oggi invece la cultura sembra rientrare nell’alveo della noia, si ride al solo nominarla. Io mi incazzo quando mio figlio mi chiede quanto guadagno. Vengo da un mondo che pensava fosse un atto di maleducazione chiedere quanto uno guadagna”.