Sanaa (Yemen) – Un’esplosione avvenuta nei pressi dell’Ambasciata Usa a Sanaa ha causato la morte una guardia yemenita. Gli attentatori hanno sparato un colpo di mortaio contro una scuola, che si trova vicino alla sede diplomatica. Non è ancora chiaro se il bersaglio degli attentatori fosse l’ambasciata o la scuola. Nell’attacco sono rimasti uccisi alcuni studenti delle scuole inferiori e altre guardie locali. Un portavoce del ministero dell’Interno yemenita, parlando sotto condizione di anonimato, ha riferito che alcuni sconosciuti hanno esploso il mortaio contro il liceo situato vicino all’Ambasciata americana a Sawan, distretto centrale di Sanaa. Nell’esplosione sono rimasti feriti tre bambini e altrettante guardie. L’ambasciata Usa ha preferito non commentare l’attacco, poiché sono in corso ulteriori indagini sull’incidente. Nell’area sono stati dispiegati numerosi agenti di sicurezza, le strade sono state chiuse e i giornalisti non possono avvicinarsi al luogo dell’esplosione. La polizia ha bloccato un reporter dell’Ap a circa un chilometro dalla sede dell’ambasciata. Anche il direttore della scuola si è rifiutato di rilasciare commenti.



L’iniziativa yemenita di riconciliazione – L’episodio si è verificato in concomitanza con l’arrivo di una delegazione dell’Olp. I delegati, al loro arrivo, hanno esortato Hamas ad accettare l’iniziativa yemenita di riconciliazione inter-palestinese che mira a ripristinare la situazione precedente alla presa del potere nella Striscia di Gaza da parte del movimento radicale palestinese. «Speriamo che i nostri fratelli di Hamas accettino l’iniziativa così com’è stata presentata dalla leadership yemenita. La sua accettazione apre immediatamente la via al dialogo nazionale inter-palestinese», ha dichiarato Saleh Raafat, membro del Comitato esecutivo dell’Olp. «Dal momento che Hamas annuncia il suo accordo di principio per l’iniziativa, noi siamo pronti a sederci attorno a un tavolo per il dialogo nazionale e garantire il successo di tale dialogo», ha precisato da parte sua Qais Abdelkarim, un dirigente del Fronte democratico di liberazione della Palestina (FDLP).



Domani la delegazione di Hamas – Attesa invece per domani la delegazione di Hamas, rappresentata da Moussa Abu Marzouk, numero due dell’ufficio politico del movimento radicale. Per l’Olp è invece presnte, insieme ad altri, Azzam Al-Ahmad, leader del gruppo parlamentare Fatah, il movimento del presidente Abu Mazen. Le due delegazioni incontreranno in separata sede la leadership yemenita che ha proposto una mediazione per un accordo sul ritorno allo statu quo esistente prima del 15 giugno 2007, quando Hamas ha preso il potere a Gaza. L’iniziativa yemenita è stata accolta con favore da Abu Mazen e più freddamente da Hamas, che si rifiuta di rinunciare al potere nella Striscia. «Se i fratelli del Hamas accettano l’iniziativa yemenita in tutte le sue clausole, siamo pronti ad iniziare immediatamente un dialogo nazionale globale, non tra Fatah ed Hamas, ma tra tutte le fazioni nazionali e islamiche palestinesi», ha dichiarato Azzam Al-Ahmad.

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