«Possiamo anche fare a meno di avere relazioni con la Nato». Questa la “minaccia” del presidente russo, Dmitri Medvedev, se i Paesi dell’Alleanza atlantica dovessero proseguire a rendere difficili i rapporti. Medvedev, in un colloquio con l’ambasciatore russo presso la Nato, ha aggiunto però che difficilmente si arriverà a questi estremi, ma ha riconosciuto che «le relazioni sono peggiorate di molto in seguito al conflitto della Georgia in Sud Ossezia».
Intanto lunedì entrambe le Camere del Parlamento russo hanno approvato un documento che sostiene il riconoscimento da parte di Mosca delle repubbliche separatiste di Abkhazia e Ossezia del sud. Il partito del premier Vladimir Putin, che ha la maggioranza al Parlamento russo, si era detto favorevole a riconoscere l’indipendenza delle due regioni che la scorsa settimana si erano rivolte a Mosca per chiedere il riconoscimento della secessione da Tbilisi. Secondo la legge russa, però, il presidente non è obbligato a riconoscere il pronunciamento del Parlamento.
Nel prendere atto del voto a favore del riconoscimento da parte del Cremlino dell’indipendenza di Abkhazia e Ossezia del Sud, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha rivolto all’omologo russo, Serghei Lavrov, un invito alla cautela in considerazione della delicatezza dell’attuale situazione nella regione.
I due presidenti delle regioni separatiste sono intervenuti alle riunioni del Parlamento di Mosca. Il leader sudosseto, Eduard Kokoity, ha affermato che «Ossezia del Sud e Abkhazia hanno motivi più forti, sia dal punto di vista giuridico che politico, all’indipendenza di quanti ne abbia avuti il Kosovo». L’abkhazo Sergei Bagapsh ha affermato che «Abkhazia e Ossezia del sud non vivranno mai più con la Georgia nello stesso Stato». Il presidente del Parlamento russo, Boris Grizlov ha paragonato l’attacco della Georgia all’aggressione nazista del 1941 contro l’Urss.