Ieri a Denver, Hillary Clinton ha detto di Obama «È il mio candidato», ma la platea è tutta per lei, che in un discorso di 20 minuti ha pronunciato per ben 17 volte le parole «io» e «me»: come trasformare una sconfitta in un nuovo inizio e rilanciare la propria carriera – non c’è che dire, la Clinton ci sa fare. C’è attesa per il momento della proclamazione ufficiale, perché non è così scontato che tutto vada liscio. È difficile che l’esito sia diverso da quello atteso: i voti in palio sono 4.233, ne occorrono 2.117 e Obama ne ha circa 2.160. La domanda è: i delegati di Hillary rispetteranno l’ordine di scuderia? Probabilmente sì, ma in un evento che sarà ripreso in tutti i media del mondo, anche qualche fischio o qualche “buuu” potrebbero funestare la festa di Obama.
Si dice che l’accordo Clinton-Obama non sia ancora del tutto perfezionato: pare che i rispettivi staff stiano definendo i dettagli di quello che sarà un vero e proprio grande show all’americana. E ci si chiede: sarà la Clinton a invitare il congresso democratico alla grande acclamazione finale? Si attenderà che la votazione sia completata oppure al raggiungimento della soglia dei 2.117 voti Obama riceverà l’investitura? Oggi la Clinton avrà un incontro con i suoi delegati, ma non è certo che dia esplicitamente un’indicazione di voto a porte chiuse. I fan di Obama attendono: non si fidano delle indicazioni fatte ieri dal palco. Obama, intanto, ringrazia Hillary con una telefonata. «Ho pensato che era eccezionale, il suo è stato un discorso eccellente, molto forte. Ha dimostrato come e perché saremo uniti alle presidenziali di novembre, e come e perché vinceremo le elezioni», è stato il primo commento di quello che oggi – probabilmente – diventerà il candidato democratico per la corsa alla Casa Bianca.