Circa 53mila in totale sono i bambini che hanno dovuto essere curati in Cina, tredicimila dei quali rimangono ancora in ospedale, dopo aver consumato latte contaminato con melamina. Lo ha riferito oggi il ministero cinese della sanità. Il numero totale di bambini ricoverato si elevava ieri sera a 12.892, di cui 104 neonati sono in gravi condizioni, ha riferito un portavoce del ministero, confermando informazioni diffuse nella notte dall’agenzia Xinhua. Ma 39.965 altri bambini, che avevano consumato latte in polvere contaminato, hanno dovuto ricevere delle cure, ma hanno tuttavia ricuperato la salute, ha aggiunto il portavoce. Quattro finora gli episodi con esito letale; uno soltanto è stato invece registrato al di fuori dei confini della Repubblica Popolare propriamente detta: a Hong Kong, dove domenica è stata resa nota la vicenda di una bimba di 3 anni, colpita da calcolosi renale.
Le intossicazioni sono state causate dal consumo di latte in polvere contaminato da melamina, un additivo altamente tossico vomunemente utilizzato per la produzione di plastiche, adesivi e vernici. Mescolata al latte e alle farine fa sembrare più alto il valore proteico, ma provoca calcoli e insufficienza renale grave, con danni permanenti e a volte mortali.
Pare che lo scandalo del latte 22 coinvolga aziende produttrici, con complici nell’amministrazione e nel partito comunista, che avrebbero fatto di tutto per ostacolare ogni tipo di accertamento da parte i controlli dell’Authority governativa di supervisione sul cibo. La protesta non si è fatta attendere: migliaia di consumatori e genitori si sono fatti sentire, anche via internet, e stanno organizzando proteste per chiedere la rimozione dei truffatori e dei funzionari implicati nello scandalo. La risposta del governo non si è fatta attendere: lo stesso presidente Hu Jintao ha promesso l’intervento dello Stato, annunciando azioni repressive e garantendo la massima disponibilità del governo ad assistere le famiglie e i consumatori colpiti. Il governo di Pechino è anche preoccupato delle possibili conseguenze internazionali: latte in polvere di produzione cinese viene venduto in Bangladesh, Yemen, Myanmar, Malesia, Gabon, Burundi. E sono attualmente in corso verifiche in Svezia, Canada, Nuova Zelanda e Stati Uniti.