Quello che sta succedendo in Bolivia, Venezuela ed Ecuador è molto preoccupante. Se da un lato riconosciamo che ogni Paese ha la sua autonomia e nessun’altro Stato ha il diritto di intromettersi nei suoi affari interni, dall’altro possiamo dire che la “follia” di Chávez, Morales e soci ha portato i loro Paesi in uno stato di agonia preoccupante.
In Bolivia c’è un malessere di gran parte della popolazione nei confronti della dittatura di sinistra. Per questo non credo che siano solo gli Stati Uniti a volere organizzare un golpe contro Morales: c’è gente in Bolivia che non ce la fa più.
Lo stesso accade in Venezuela, dove per molto tempo è mancata la carne, dove Chávez spende molto denaro per crearsi un proprio esercito, non avendo fiducia in quello che ha, dove l’unica preoccupazione del Presidente è di comprare amici o nemici con i soldi del petrolio, fino a vendere uranio all’Iran o cercando di coinvolgere la Russia in nuova “guerra fredda”.
Inoltre è una storia che si ripete. Chi ha lottato per la libertà dei popoli senza un amore vero, ma partendo da un’ideologia, prima o poi si è trovato in una situazione peggiore di quella iniziale. Cari Chávez, Morales e compagni, il desiderio di libertà non si può imprigionare e voi dovreste saperlo, dato che avete lottato per quello. Vi state trasformando in dittatori perché avete la pretesa di sapere ciò di cui il popolo ha bisogno, togliendogli il diritto a esprimere le proprie idee, alla proprietà privata, alla libertà di stampa e a quella religiosa. Inoltre, pensate che con il denaro si possa soffocare il grido del cuore degli uomini. Ciò che voi non volete riconoscere è che, oltre a quelli chi vi appoggiano, vi sono altri che hanno il diritto di vivere senza seguire il vostro pensiero, ma secondo i propri ideali.
Ma i nuovi dittatori di sinistra hanno paura della libertà altrui, forse perché essi stessi non sono liberi. Noi stiamo con gli Stati Uniti perché, nonostante i loro molti limiti, non hanno mai temuto la libertà degli altri. È la terra che ha dato spazio a tutte le forme di espressione umana e, soprattutto, non ha mai avuto parura dell’autonomia delle province, che è quello che chiedono le regioni della Bolivia.
Vorrei ricordare a questi signori che una “rivoluzione” è vera quando ha la capacità di non imporre le idee, ma di confrontarsi democraticamente per il bene del Paese. Inoltre, un governo quando ha paura della diversità culturale, politica e sociale, si trasforma presto in una dittatura.
Per questo la Chiesa ha sempre temuto chi tocca i diritti elementari della vita degli uomini. Voglio ricordare a Chávez, Morales e Correa, che in Ecuador il 13 settembre si è tenuta una Messa (con quasi 500.000 persone) per chiedere a Dio la protezione contro i loro progetti politici. Chi pregava non era gente pagata dagli Stati Uniti, ma un popolo che non vuole perdere la sua libertà e dignità.
(Paolo Buscaroli)