Il caso di Manuel Rosales ha riempito le pagine della stampa e i notiziari televisivi. È stato il candidato che ha affrontato Chávez nelle elezioni presidenziali, guida il principale partito di opposizione ed è il sindacato di Maracaibo, la seconda città del Paese.
Chávez ha fatto un grande sforzo a favore dei candidati del suo partito, il Psuv, e Rosales lo ha sconfitto, ottenendo la maggioranza a Maracaibo e per il suo candidato al governo della Zulia, lo stato di cui Maracaibo è la capitale. Chávez non ha digerito l’umiliazione e intende metterlo in carcere, accompagnando la minaccia con una serie di insulti: «Ti metterò in carcere perché uno scarto come te non ha il diritto di andare liberamente per le strade a criticare il mio Governo».
Rosales è stato accusato di arrichimento illecito nel suo incarico di governatore della Zulia. Il sindaco ha affermato che la segreteria di Stato aveva studiato la denuncia, ma non aveva trovato colpe tali da meritare l’intervento del Fisco.
Chávez ha atteso fino al referendum del 15 febbraio e ha ripetuto che Rosales dovrebbe essere in carcere. Si è rivolto subito a un giudice di Maracaibo perché incriminasse il sindaco. Il giudice, senza indugio, ha aperto un fascicolo e ha disposto l’arresto dell’indagato. Rosales ha sollecitato, secondo la legge processuale, l’udienza per essere informato in maniera chiara e specifica riguardo i reati contestati e di poter presentare la sua difesa. L’udienza preliminare è stata posticipata e questo impedisce a Rosales di accedere alla documenatazione.
È intervenuto il Tribunale Supremo che, con un decreto del generale Eladio Aponte, presidente della Corte Penale, ha ordinato lo spostamento del processo a Caracas. Un’altra chiara dimostrazione del fatto che l’apparato della magistratura esegue sommessamente qualsiasi ordine del presidente, e lo spostamento del processo si spiega con la solidarietà attiva del popolo zuliano verso Rosales. A un incontro dal tema “Rispettare la Zulia”, infatti, hanno partecipato più di 100.000 persone, compresi i governatori e i sindaci dell’opposizione, che oltre a respingere le accuse verso Rosales hanno annunciato la costituzione di un Fronte Nazionale Democratico.
Alcuni ritengono che il processo contro Rosales è stato aperto per distrarre l’opinione pubblica. È plausibile, dato che la questione si è trasformata nel tema principe delle interviste ai funzionari ufficiali e ai leader dell’opposizione e dei commenti sui media. A questo contribuiscono anche le dichiarazioni del sindaco, che ha detto che non si recherà all’estero per partecipare in Guatemala alla riunione dell’Internazionale Socialista, e ha utilizzato un linguaggio duro contro Chávez: «Ti ho sconfitto molte volte nelle elezioni, e ora ti batterò dimostrandoti che sono un uomo vero, un uomo di valore che difende la democrazia. Mi piacerebbe vederti senza la tua cricca di militari per vedere quanto sei valoroso. Spero che Dio mi permetterà un giorno di incontrarti per vedere quanto sei valoroso».
Il processo contro Rosales ha avuto l’effetto di appianare qualche contrasto tra i governatori e i sindaci dell’opposizione, dato che provengono da diversi partiti. Tutti hanno presenziato e sono intervenuti a “Rispettare la Zulia”. Hanno promosso e costituito un Fronte Nazionale per la difesa della Costituzione, a cui si sono aggiunti il movimento studentesco, dei lavoratori e dei professionisti, insieme a istituzioni e personalità dissidenti dal chavismo. È stata anche annunciata la nascita di Fronti simili in tutti gli Stati, insieme alla società civile, con la promessa di partecipare con candidati unici alle prossime elezioni.
(Associazione Democracia y Desarrollo)