Un attentato nella provincia afghana di Helmand mirante a rendere precari i rifornimenti per le truppe statunitensi e della Nato operanti in Afghanistan meridionale ha causato la morte di otto persone (autisti di automezzi pesanti o loro accompagnatori) ed il ferimento di altre 21. Secondo i media pachistani che riferiscono oggi l’episodio citando fonti ufficiali, un attentatore suicida a bordo di un’automobile si e’ scagliato nella citta’ di Gereshk contro un gruppo di autobotti parcheggiate all’esterno di una base Nato e pronte a partire con il loro carico di carburante. Lo scoppio, scrive in particolare il quotidiano The Nation di Islamabad, ha provocato un incendio di vaste proporzioni che ha stroncato la vita ad otto autisti, ustionato 21 persone che si trovavano nei paraggi e distrutto completamente gli automezzi con rimorchio. L’attentato e’ stato immediatamente rivendicato dai talebani, molto attivi nella regione. Di recente velivoli della Nato hanno compiuto numerosi passaggi a bassa quota e lanciato un gran numero di bombe GBU-12 guidate da raggi laser su gruppi di talebani che stavano attaccando un convoglio dell’esercito afghano a Gereshk. Riguardo ai rischi del trasferimento di rifornimenti in Afghanistan meridionale, fonti Nato citate da The Nation hanno detto che la questione non preoccupa il comando alleato perche’ gli attacchi quest’anno sono stati pochissimi, le basi Nato hanno molte scorte a disposizione, e gia’ sono allo studio percorsi alternativi (Russia o paesi ex sovietici). Comunque giovedi’ il generale David Petraeus, comandante di tutte le forze americane in guerra, ha sottolineato a Washington come la situazione in Afghanistan sia sia gravemente deteriorata nell’ultimo periodo. Petraeus ha riferito che nell’ultima settimana e’ stato toccato ‘il piu’ alto livello di violenza degli ultimi due anni’. ‘Ci aspettano – ha concluso – tempi duri’.