Primo incontro tra il ministro degli esteri israeliano, Avigdor Lieberman, e i 27 ministri degli esteri della Ue, domani a Lussemburgo. Un anno fa i ministri decisero di rafforzare la cooperazione con Israele, ma finora il processo e’ rimasto sulla carta in seguito alla guerra di Israele contro Gaza e alla formazione del nuovo governo di destra di Benyamin Netanyahu che non offre garanzie sulla reale volonta’ di fare proseguire il negoziato di pace sulla base della soluzione ‘due popoli-due Stati’. Nonostante gli appelli internazionali e il richiamo del presidente Usa Barack Obama, Israele prosegue inoltre con la politica degli insediamenti nei Territori palestinesi occupati, condannata a piu’ riprese dall’Unione europea. Domani sono previste conclusioni scritte, le prime dopo la nascita del governo Netanyahu. La bozza riflette ancora forti divisioni tra i 27. Alcuni tra cui il Belgio, vorrebbe legare l’obiettivo acquisito del rafforzamento delle relazioni Ue-Israele a ‘un contesto politico piu’ favorevole’ e al rispetto da parte israeliana di tre punti: l’impegno sulla soluzione dei due Stati, lo stop agli insediamenti, la riapertura dei valichi di Gaza. Al contrario, altri paesi, tra cui la Germania, l’Olanda e la stessa Repubblica ceca, che presiede il Consiglio, si oppongono a mettere nero su bianco queste condizioni, limitandosi ad insistere sulla necessita’ di un rafforzamento delle relazioni ‘in un contesto ampio’, che includa la soluzione del conflitto tra israeliani e palestinesi. Recentemente, la commissaria Ue per le Relazioni esterne, Benita Ferrero-Waldner, ha dichiarato che ‘non e’ questo il momento migliore per definire un rafforzamento delle relazioni tra Ue e Israele’ in quanto la Ue vuole prima vedere ‘l’impegno del nuovo governo verso la soluzione del conflitto con i palestinesi, che preveda due Stati’.