Due persone sono morte negli scontri a fuoco tra i Caschi Blu e la popolazione, che accusa i militari dell’Onu di aver contribuito alla diffusione del colera.
Al flagello del terremoto si è aggiunto, per Haiti quello del colera. E non solo. Due persone sono morte e molte altre rimaste ferite in seguito agli scontri avvenuti tra i caschi blu e la popolazione, che accusa i militari di aver contribuito alla diffusione della malattia. I militari hanno ammesso di aver aperto il fuoco, ma di averlo fatto esclusivamente per legittima difesa. Il corpo di una vittima è stato rinvenuto davanti alla base dell’Onu a Quartier Morin, in un quartiere alla periferia di Cap-Haitien, nel nord del paese, dove si trovavano per lo più caschi blu cileni, mentre un altro in una zona diversa di Cap-Haitien.
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«In un primo momento hanno sparato per disperdere i manifestanti, poi, ho avuto l’impressione che avessero mirato ad altezza uomo», ha dichiarato il giudice di pace Bimps Noel. Pare che uno degli uomini uccisi fosse in possesso di un’arma da fuoco e che l’avesse indirizzata, ad altezza uomo, contro le forze Onu. Le persone rimaste ferite, poi, ha quanto riportato la polizia, sono 14 «due di loro versano in gravi condizioni». Nel frattempo, secondo quanto riporta Nigel Fisher, coordinatore dell’azione umanitaria delle Nazioni Unite ad Haiti, il potrebbe «durare anni», mentre le vittime, secondo del ministero della Salute, sono 1.034.