CRISTIANI IRAQ – Rimpatrio forzato per alcuni cristiani dell’Iraq che si erano rifugiati in Svezia. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) è fortemente preoccupato per la scelta del governo di Stoccolma di rispedire circa 20 iracheni a Baghdad. Questo gruppo, rimpatriato alla vigilia della Ashura, comprendeva anche cinque cristiani dell’Iraq. Lo staff dell’UNHCR a Baghdad ha intervistato tre dei cristiani e tre dei musulmani dell’Iraq che facevano parte del gruppo e tutti hanno confermato di essere originari di Baghdad. Uno dei cristiani ha affermato di essere fuggito dall’Iraq nel 2007, dopo che i miliziani lo avevano esplicitamente minacciato di morte. Temendo per la propria vita, il cristiano dell’Iraq ha raccontato di aver viaggiato attraverso diversi Paesi in Medio Oriente e in Europa prima di arrivare in Svezia, dove aveva inoltrato la sua richiesta di asilo.
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CRISTIANI IRAQ – La sua richiesta è stata rifiutata per tre volte nel 2008 perché il cristiano dell’Iraq non è stato riconosciuto come bersaglio di minacce. Gli altri cristiani con cui l’UNHCR è entrato in contatto hanno affermato che le loro richieste d’asilo sono state rigettate in seguito al miglioramento delle condizioni di sicurezza in Iraq. L’UNHCR ribadisce con forza la sua richiesta a tutti i Paesi di astenersi dall’allontanare dei rifugiati provenienti dall’Iraq, siano essi cristiani o musulmani. Questi rimpatri forzati avvengono proprio in un periodo in cui i cinque uffici dell’UNHCR in Iraq stanno notando un importante incremento nel numero di cristiani in fuga da Baghdad e Mosul che si dirigono verso il Governo Regionale del Kurdistan (GRK) e gli altipiani di Ninewa.