Cinque dei sei attivisti italiani coinvolti nel blitz dei militari israeliani sulla flottiglia che portava aiuti a Gaza, sono arrivati in Turchia. Il sesto dei pacifisti italiani si trova a ancora a Tel Aviv perché sprovvisto di passaporto.
I 485 attivisti della Freedom Flotilla, la flottiglia in cui si trovava la nave attaccata dagli israeliani sono arrivati questa notte a Istanbul. Tra di loro ci sono 5 dei sei italiani che si trovavano a bordo. Sul volo che ha portato i pacifisti in Turchia c’erano anche i 9 cadaveri delle persone uccise nel blitz. «L’assalto dei soldati israeliani che si sono avvicinati alla nostra nave a bordo dei gommoni sembrava una scena di Apocalypse now. In Israele non ci torno neanche morto», ha dichiarato Manuel Zani, videomaker di 30 anni. Anche il tenore Giuseppe Fallisi, di 50 anni, racconta la sua versione dei fatti: «Siamo stati picchiati dalla polizia, prima sulla nave dai militari e poi ancora poco fa all’aeroporto di Tel Aviv». «Fallisi afferma che «Ci picchiavano ad esempio se non ci sedevamo, e dopo averci picchiati mandavano i medici a visitarci». La giornalista di Torino Angela Lano, di 47 anni, spiega: «Siamo stati rapiti sia sulla nave che in prigione, dove non avevamo nessun tipo di diritto: non potevamo fare telefonate, chiamare i nostri avvocati. Sono anni che mi occupo di Palestina. A bordo non c’erano terroristi. Solo persone normali, disarmate armate solo del loro corpo». L’italo palestinese Ismail Abdel-Rahim Qaraqe Awin sembra il solo seriamente intenzionato a fare ritorno a gaza. «Abbiamo fatto questo sacrificio per la gente di Gaza – dice -, per quel milione e mezzo di palestinesi che sono in galera. Vogliamo farlo ancora. Vogliamo che il governo italiano e di tutto i paesi del mondo capiscano». Il sesto italiano, Manolo Luppichini, arriverà direttamente dalla capitale Tel Aviv. E’ rimasto in Israele perché privo di passaporto. Fallisi ha raccontato che Luppichini ha avuto una violenta discussione con le forze dell’ordine israeliane: «Un ragazzo di origine palestinese di nome Osama si è messo a discutere con la polizia, sono cominciate a volare parole grosse e qualche sberla, a quel punto Manolo è intervenuto per difenderlo. I poliziotti lo hanno portato via». Da allora, Fallisi non ha più sue notizia. «Quando stavamo per muoverci per l’aeroporto, io ho chiesto che fine avesse fatto Manolo, la polizia mi ha risposto che sarebbe arrivato di lì a poco e invece non l’ho più visto».
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Intanto, un’altra nave, la Rachel Corrie, battente bandiera irlandese, è in viaggio verso Gaza per recare aiuti alla popolazione locale come giocattoli, carta, cemento e un’apparecchiatura TAC. Avrebbe dovuto far parte del convoglio attaccato, ma la sua partenza è stata ritardata per motivi tecnici. La nave potrebbe accettare di attraccare al porto israeliano di Ashdod per evitare altri incidenti con le autorità. A bordo ci sono anche il premio Nobel per la pace Mairead Maguire e l’ex vice segretario generale delle Nazioni Unite Denis Halliday.