Secondo il sito internet Equilibri, «Il Governo Cameron si appresta ad affrontare la difficile sfida dell’educazione. L’eredità lasciata dai precedenti Governi laburisti consiste nel “Children Act” del 2004 e in un progetto di riforma, denominato “14-19 Reform”, avviato nel 2008. Entrambi i provvedimenti, tuttavia, devono ancora maturare i risultati».
Per Lorenzo Limonta, autore dell’articolo intitolato “Regno Unito: indagine sul sistema educativo” il governo si troverà ad affrontare numerosi problemi presenti nel mondo delle scuole, ma originati fuori da esse. «Fondamentale – secondo Equilibri – è capire se il nuovo Governo intenda seguire le linee del precedente oppure se ritenga necessario un cambiamento per risolvere la questione educativa». Ad oggi, in ogni caso, il «Il grado di istruzione britannico si posiziona sopra la media mondiale e sopra la media europea». Il motivo sarebbe da individuare negli «investimenti del Governo nel settore ma anche in forti investimenti privati che, pur non raggiungendo i livelli di Paesi come Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti, rimangono tra i più elevati del Mondo». Secondo Equilibri, da quanto Tony Blair ha vinto nel ‘97, «l’educazione è stata un punto cruciale nella politica dell’Esecutivo». Tuttavia, ad oggi, la questione educativa è diventata un’emergenza, a causa delle «manifestazioni sempre più marcate di disagio minorile, quali atti di criminalità e vandalismo organizzati da baby-gang (numerosissime nelle grandi città), l’abuso di alcol dilagante tra i più giovani (più del 30% degli adolescenti e più del 40% dei giovani fa un uso eccessivo e continuo di alcolici), il tasso di gravidanze in adolescenza più alto d’Europa (circa 40.000 casi accertati ogni anno) ed infine i ragazzi di strada (street children) stimati in circa 100.000». I laburisti, negli anni di governo, avrebbero tentato di ovviare ai problemi puntando «sull’Istruzione aumentando, dall’anno 2000 fino al 2009, la spesa pubblica a riguardo» da un lato e, dall’altro, aumentando «considerevolmente anche la spesa relativa alla Sicurezza Urbana nell’ottica di contrastare la problematica del bullismo». Il fallimento delle politiche adottate finora sarebbe legato «alla necessità di investimenti volti a rafforzare il ruolo delle famiglie perché possano assumere una figura chiave nel rapporto tra scuola e fanciullo».
Si rende, quindi, necessaria – a detta di Equilibri – «una svolta decisiva nel pensiero politico interno sotto forma di manovre drastiche che non solo vedano come protagonista il sistema scolastico e di istruzione, ma altresì il sistema formativo e di educazione extra-scolastica». Il che, concretamente, si tradurrebbe nel «destinare parte delle spese ad attività capaci di occupare tempo fuori dalle ore scolastiche quando bambini e giovani sono più esposti a pericoli che possono comprometterne la figura, la dignità ed anche il buon andamento scolastico, puntando così su quei temi che coinvolgono non solo l’ambiente scolastico ma anche l’ambiente familiare ed extra-scolastico che dovrebbero essere coinvolti nel processo evolutivo del bambino/giovane».(Per leggere l’articolo di Equilibri, clicca qui).