La Palestina verso il riconoscimento? Può darsi, anche se con tempi e modalità anomale. E in grado di provocare un incidente diplomatico mondiale. E’ accaduto, infatti, che la conferenza generale dell’Unesco, l’organismo afferente alle Nazioni Unite incaricato di occuparsi di cultura, arte, educazione e scienza, abbia deciso di votare a favore dell’ingresso della zona geografica tra i suoi membri, che sono Stati. Ma, non essendo, di fatto, uno stato la Palestina, che così’ha riconosciuto l’Unesco? Difficile che un organismo di tale entità possa riconoscere una mera espressione geografica senza che questo abbia ripercussioni sulla stessa e non crei un precedente. Sta di fatto che tra i 193 membri fanno parte dell’organizzazione, in 107 abbiano votato a favore e 14 contro, consentendo di raggiungere la maggioranza necessaria. Tra i voti contrari, oltre agli Usa, ci sono quelli di Germania e Canada. L’Italia e la Gran Bretagna si sono astenuti; Francia, Cina, India, i Paesi arabi, africani e latino-americani hanno votato a favore. Gli Stati Uniti hanno definito la scelta prematura e controproducente.
Gli Usa, da sempre alleati di Israele e contrari a qualunque soluzione che esuli da una trattativa tra i due Stati, ha fatto sapere che in caso di ingresso effettivo, taglierà i finanziamenti all’Unesco, che si troverebbe così decurtati di addirittura il 22 per cento delle sue risorse. A tanto, infatti, ammonta il contributo americano. Del resto, ci sono due leggi emanate negli anni ’90 ad impedire all’America di finanziare organizzazioni Onu che riconoscano espressamente la Palestina. E mentre Washington fa sapere che non accetteranno la decisione, Tel Aviv è molto più drastica e considera l’episodio una tragedia. Victoria Nuland, portavoce del Dipartimento di Stato americano, aveva dichiarato, la settimana scorsa: «Esistono linee rosse molto chiare nella legislazione e, se sono sorpassate nell’Unesco, tale legislazione viene attivata». D’altro canto per circa un ventennio, sino al 2003, gli Usa sono stati fuori dall’Unesco, giudicando i suoi obiettivi contrari alla propria politica estera. Tuttavia, di recente, il presidente Obama aveva fatto sapere di ritenere l’organizzazione uno strumento fondamentale per veicolare i valori occidentali.
In ogni caso, resta da attendere la decisione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, relativo alla richiesta del presidente palestinese, Abu Mazen, che il paese venga accettato tra gli Stati membri. Qualunque cosa dovesse accadere, gli Stati Uniti hanno fatto sapere che opporranno li veto, come è loro diritto.