A nove giorni dalla prima tornata delle elezioni per il rinnovo della camera bassa del parlamento, la tensione torna altissima in piazza Tahrir al Cairo, come verso la fine del gennaio scorso contro il regime di regime di Hosni Mubarak. I manifestanti, soprattutto parenti delle persone rimaste uccise durante i 18 giorni di rivolta iniziati il 25 gennaio, chiedevano la deposizione della giunta militare al potere e il processo per i poliziotti e i dirigenti responsabili delle violenze che causarono circa 850 morti e migliaia di feriti. Le tensioni in piazza Tahrir sono iniziate quando i poliziotti in tenuta antisommossa hanno fatto sgomberare con forza un sit-in dei parenti delle vittime, picchiandone e ferendone qualcuno. E’ iniziato così il lancio di pietre e oggetti contro gli agenti, che hanno risposto a colpi di manganello e lacrimogeni. La violenza è così cominciata a crescere in modo esponenziale, fino ad arrivare al bilancio ufficiale diffuso nella serata di ieri dal ministero della Sanità: oltre 670 feriti, soprattutto persone raggiunte agli occhi da proiettili di gomma o veri, e due vittime. La prima, a piazza Tahrir, è un ragazzo di 23 anni, Ahmed Mohamed Mahmoud: si è appreso che il giovane è stato soccorso e trasportato con urgenza all’ospedale Al Mounir, dove però i medici non hanno potuto fare niente per salvarlo. La seconda vittima ha perso la vita ad Alessandria, davanti alla sede della direzione della sicurezza di Stato. Il giovane, di 25 anni, si chiamava Baha Eddin Mohamed Hussein, e sembra che ad ucciderlo siano stati alcuni proiettili di gomma. A raccontare questi dettagli è stata l’agenzia ufficiale Mena Salama Abdel Moneim, medico e responsabile del ministero della Salute ad Alessandria. Con lui è rimasto ferito, sempre a causa dei proiettili di gomma, anche un altro ragazzo di 16 anni, Chadi Ali. A sera ormai inoltrata nuovi scontri venivano segnalati anche nella città costiera di Suez, mentre in piazza Tahrir veniva realizzato un nuovo raduno, promosso dai Fratelli Musulmani, ritenuti da molti i più vicini al successo elettorale, formato da oltre diecimila persone che, dopo aver occupato e conquistato la piazza, sono decisi a continuare le proteste contro la polizia e il Consiglio Supremo delle Forze Armate per l’uso eccessivo della forza. Il ministero dell’Interno ha reso noto che sei manifestanti sono stati arrestati mentre sono sette i poliziotti rimasti feriti durante gli scontri.