Dopo undici mesi prigionieri dei pirati, i ventidue membri dell’equipaggio della petroliera battente bandiera italiana Mv Savina Caylyn sono stati liberati. Tra loro anche cinque italiani: Giuseppe Lubrano Lavadera, comandante della nave, e Crescenzo Guardascione, terzo ufficiale di coperta, entrambi di Procida ; Gianmaria Cesaro, allievo di coperta, di Sorrento; Antonio Verrecchia, direttore di macchina, di Gaeta, ed Eugenio Bon, primo ufficiale di coperta, di Trieste. La petroliera era stata sequestarata dai pirati lo scorso 8 febbraio e a quanto si legge sul sito Somalia Report, sembra che sia stato pagato un riscatto di undici milioni e mezzo di euro, pagato in due tranche: oggi sarebbero stati pagati i primi otto milioni e mezzo, mentre i restanti tre sarebbero stati consegnati successivamente. Ha commentato la piacevole notizia anche il senatore Raffaele Lauro, che esprime la sua «affettuosa vicinanza ai nostri marinai, che hanno subito una prigionia di undici mesi; ai loro familiari, che hanno sofferto le pene dell’inferno nell’attesa; alle autorità locali, che sono state vicine alle famiglie, con solidale presenza, e rivolgo un grato pensiero ai ministri e sottosegretari agli Esteri, che hanno seguito la vicenda con sofferta attenzione». Lo stesso presidente del Consiglio Mario Monti, attraverso una nota di Palazzo Chigi, ha espresso la sua «più viva soddisfazione». Il premier dice di sentirsi «molto vicino ai cinque marinai italiani rilasciati, e alle loro famiglie, per la dura prova che hanno dovuto sopportare in questi lunghi mesi di attesa». Gli stessi pirati avrebbero poi confermato l’avvenuta liberazione della nave e dell’equipaggio dopo il pagamento del riscatto. Uno di loro, che alla Reuters ha detto di chiamarsi Adbiwali, ha detto: «Abbiamo appena ricevuto gli ultimi 3 milioni del riscatto pattuito da 11,5 milioni di dollari. Abbiamo abbandonato la nave». Sembra che le prime diciassette persone, tutti indiani, siano state liberate appena i pirati hanno ricevuto la prima parte del riscatto, mentre i restanti cinque italiani solo a pagamento completato.
La petroliera, dell’armatore Fratelli D’Amato Spa di Napoli, trasportava un carico di greggio ed era diretta in Malaysia dopo essere partita dal Sudan ed era stata sequestrata l’8 febbraio scorso dopo essere stata attaccata da pirati armati di armi da fuoco e granate.