Caso diplomatico tra Francia e Turchia. Ankara accusa Parigi di razzismo, discriminazione e xenofobia e minaccia rappresaglie. Al momento sono stati sospesi tutti gli incontri bilaterali previsti nei prossimi mesi mentre l’ambasciatore turco a Parigi è stato richiamato in patria. Il caso è scoppiato quando la Camera dei deputati francese ha votato in maggioranza una risoluzione che punisce con un anno di carcere e 45mila euro di multa chiunque neghi pubblicamente il genocidio della popolazione armena eseguito dai turchi nel 1915. Un argomento scottante, in quanto la Turchia ha sempre negato tale strage e continua di fatto a reprimere e combattere la minoranza armena che vive nel suo Paese. Un genocidio provato ormai a livello internazionale, ma che solo la Francia con questo provvedimento unico ha deciso di prendere in considerazione. La proposta di legge ha ancora un iter lungo, dovrà approdare infatti al Senato in primavera e probabilmente la fine della legislatura non permetterà neanche di approvarla, ma si tratta sicuramente di una precisa condanna seppur indiretta alla Turchia. Con questa risoluzione la Francia arriverebbe così a riconoscere ufficialmente due genocidi: quello contro gli ebrei e appunto quello contro gli armeni. Alcuni esponenti di spicco della vita politica francese hanno votato contro il testo di legge definendolo “pericoloso” Secondo alcuni osservatori, la proposta di legge è una iniziativa opportunistica del presidente Sarkozy per conquistare il voto dei circa 400mila armeni residenti in Francia. Ma va tenuto conto che in Francia risiedono anche altrettanti cittadini di origine turca. Dunque voti persi in questo caso. Si tratta maggiormente dell’attuazione della politica ostile alla Turchia perseguita da Sarkozy sin dal suo arrivo al potere, quando dichiarò di essere contrario all’ingresso di Ankara nell’Unione europea. Ironicamente, proprio alcune settimane fa Francia e Turchia avevano sottoscritto un accordo comune nei confronti della Siria. Da parte turca, il presidente Erdogan ha annunciato di aver sospeso ogni tipo di incontro (economico, militare e politico) con la Francia. Ha inoltre parlato di una ferita irreparabile che difficilmente si potrà rimarginare. Nei giorni scorsi, quando si era diffusa la notizia che tale legge sarebbe stata messa ai voti, si erano tenute diverse manifestazioni di protesta da parte dei turchi residenti in Francia. D’altro canto la Francia è coinvolta con il genocidio armeno sin dai tempi in cui si svolse. Nel 1915 accadde che i russi cominciarono ad arruolare armeni nelle loro fila per combattere i turchi, mentre la Francia sosteneva e finanziava gli armeni incitandoli a rivoltarsi contro il nascente stato repubblicano turco. Dopo aver fatto arrestare intellettuali e politici armeni, il governo turco diede il via alla deportazione di oltre un milione di armeni nelle regioni dove vivevano con quella che fu definita marcia della morte e che causò l’uccisione di centinaia di migliaia di armeni.
In Turchia esiste tutt’oggi una legge che punisce con il carcere chiunque parli in pubblico di genocidio armeno, fatto considerato anti patriottico, mentre da anni si assite ad attentati della minoranza armena contro i turchi e alla repressione conseguente.