Un successo strepitoso, la giornata anti-Putin di oggi che ha portato in Piazza, a Mosca, 120mila persone infuriate a marciare nella neve, con dieci gradi sottozero, per chiedere di rifare le elezioni, inficiate, lo scorso 4 dicembre, da brogli. Una folla che, rispetto alla proporzioni delle proteste cui il Paese è abituato ad assistere, immensa. La conferma che il vento sta cambiando e che l’oligarchia russa potrebbe iniziare veramente a vacillare. Il culmine della manifestazione di oggi, che si è snodata lungo il grande viale dedicato al dissidente Andrej Sakharov, è stato quando Alexei Navalny, blogger russo divenuto uno dei simboli della protesta è salito sul palco. Lui, 35 anni, due bambini, era stato arrestato nel corso di una manifestazione tenutasi il 5 dicembre con l’accusa formale di resistenza a pubblico ufficiale. Navalny, dal 2008, aveva iniziato a denunciare online la corruzione presente nella gestione dei colossi dell’industria russa, arrivando ad attaccare aziende come Gazprom, Transneft e Rosneft.Non appena è salito sul palco, dalla folla si è levato un corso di «Il potere siamo noi, Il potere siamo noi». Dopo un lungo silenzio, ha preso la parola, minacciando: «Siamo gente pacifica, e oggi non andremo ad assaltare il Cremlino. Ma prima o poi lo faremo. Se non cambieranno le cose, lo faremo». Tra la folla, c’era anche l’ex premier ed ex ministro delle Finanze Aleksei Kudrin, considerato un tempo l’artefice della struttura finanziaria russa. Il personaggio più atteso, tuttavia, non si è presentato. Non c’era, infatti, alla manifestazione Mikhail Gorbaciov. Pare che gli 80 anni di età e la giornata particolarmente fredda, lo abbiano convinto a desistere. Non è escluso, tuttavia, che abbia temuto le contestazioni. Ciò che conta, in ogni caso, è quanto pronunciato ieri. «Mi vergogno profondamente di aver appoggiato all’inizio l’ascesa al potere di Putin e dei suoi»,. Intanto, nel corso della manifestazione, non sono mancati episodi di repressione, quando, in particolare, la polizia ha impedito ad un gruppo di giovani di dar vita ad un flash mob nella metropolitana di Mosca.
Questi, distribuivano dei volantini con scritto “restituiteci la nostra voce” con la bocca sigillata da un nastro bianco, il simbolo della protesta. Sono stati fermati e condotti alla stazione di polizia.