Due attentati dinamitardi contro due chiese in Nigeria hanno provocato la morte di almeno 39 persone. Oltre queste due esplosioni, sono state registrate altre tre deflagrazioni nel Nord Est del paese, di cui una sempre contro una chiesa, ma in questo caso senza provocare vittime. L’attentato più duro è stato quello davanti alla chiesa cattolica di Madalla, alla periferia di Abuja, la capitale federale, dove hanno è perso la vita 27 persone. Questo attentato, avvenuto alla fine della messa di Natale nella chiesa di Santa Teresa, è stato poi rivendicato dal gruppo Boko Haram, che ha come obiettivo quello di creare uno stato islamico in Nigeria. Dopo questo primo attacco è seguito quello contro una chiesa evangelica di Jos, città nel centro del Paese: il portavoce del governatore dello Stato del Plateau, Pam Ayuba, ha raccontato che «una bomba è esplosa nella chiesa di Mountain of fire. Un poliziotto che era a guardia del luogo di culto è rimasto ucciso e tre veicoli si sono incendiati». Delle altre tre esplosioni che sono seguite, una è avvenuta nella serata di sabato a Gadaka, mentre le altre due si sono verificate domenica a Damaturu, ma per il momento non è stata segnalata alcuna vittima. Dopo due giorni di violenza e sangue nel nord del Paese scatenati da Boko Haram, ecco questi sanguinosi attacchi che il Vaticano ha definito come frutto di «odio cieco e assurdo». Anche il presidente nigeriano Goodluck Jonathan ha condannato questi attentati, dicendo che «questi atti di violenza contro cittadini innocenti sono un affronto ingiustificabile alla nostra sicurezza e alle nostre libertà collettive». Secondo il ministro responsabile della polizia, Caleb Olubolade, che si è recato sul luogo di uno degli attentati, «è come se una guerra interna fosse stata lanciata contro il Paese. Dobbiamo davvero fare in modo di essere in grado di contrastarla», ha detto, mentre il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi ha definito questi episodi di violenza «orrendi. Esprimo la più ferma condanna per questi vili attentati che rappresentano un attacco ai principi universali di civiltà».
Proprio venerdì scorso, quindi poche ore prima che avvenissero questi attentati, l’ambasciata degli Stati Uniti nella capitale nigeriana aveva emesso un avvertimento ai cittadini americani di essere «particolarmente vigili nei pressi delle chiese, grandi folle e le aree in cui gli stranieri si riuniscono».