Se le stime ufficiali del terremoto-tsunami che ha devastato il Giappone parlano di circa 3mila morti, queste cifre saranno purtroppo corrette con numeri molto più catastrofici. Nella sola città di Minamisanriku, infatti, si contano almeno 10mila dispersi, su una popolazione complessiva di 17mila persone.
La città è stata letteralmente spazzata via dall’onda dello tsunami, adesso rimangono solo macerie su cui si aggirano i soldati giapponesi in cerca di possibili superstiti. E’ tale la distruzione che quando sono arrivati qui i primi soccorritori nella giornata di venerdì, se ne sono andati convinti che la città fosse altrove, che queste fossero solo macerie. Invece era proprio qui che sorgeva questa operosa cittadina portuale, ma adesso non rimasto più nulla. Si sono salvati solo quei cittadini le cui case erano sulle colline sovrastanti. Gli aiuti tardano ancora ad arrivare: la spiaggia è fatta di sabbie mobili dove nessuno si avvicina. Le strade per arrivare qui sono distrutte, manca l’acqua potabile, manca il cibo.
Purtroppo sembra che siano altre le cittadine costiere ad aver subito simile sorta. Il conto finale die morti potrebbe dunque toccare cifre apocalittiche. “Quando è finita la grande scossa – dice Natsuo Kawabata, avvocato a Minamisanriku – mi sono precipitato verso casa. Ho visto una trentina di auto in colonna, che acceleravano sulla strada. Alle loro spalle saliva l’onda. L’acqua si avvicinava, travolgeva le case e le auto acceleravano ancora. Una dopo l’altra, in mezzo minuto, sono state inghiottite tutte. Nella quarta c’erano mia moglie e mio figlio Hojo di 7 anni. Era al telefono con me è gridava “è fatta, siamo salvi”.
“Ci mancano farmaci essenziali e sangue – dice Mikiko Dotsu, capo squadra di medici senza frontiere – e l’assenza di energia impedisce di operare. Centinaia di persone, in particolare i bambini e i vecchi, devono essere portate via di qui al più presto, con gli elicotteri, o sulle navi”. Due nuove esplosioni intanto alla centrale nucleare di Fukushima, Gli scoppi sono stati provocati dall’idrogeno, sette persone risultano disperse. Secondo i gestori dell’impianto la radioattività nell’unità 3 è di 10,65 microsievert, di gran lunga al di sotto dei 500 microsievert per i quali il gestore sarebbe obbligato per legge a riferire al governo. Le autorità dicono che le possibilità di una fuga radioattiva sono molto basse, ma intanto la flotta americana che si stava recando in zona per portare soccorsi a invertito la rotta, allarmata dal livello radioattivo che viene segnalato dalla sua strumentazione.