Anche l’Italia ricorda l’11 settembre di cui oggi ricorre il decennale. Il presidente del Senato Renato Schifani ha deposto una ghirlanda di fiori ai piedi del monumento “ai fratelli in armi” del cimitero militare americano Nettuno per commemorare le vittime dell’attentato alle Torri Gemelle. Un attentato che ha cambiato la storia e inaugurato une delle guerre più lunghe e anomale dell’era contemporanea ma, in seguito al quale, secondo l’ambasciatore americano in Italia David Thorne, i principi di libertà, giustizia e autodeterminazione dei popoli si sono rafforzati. Anch’egli, assieme al sindaco della Capitale Gianni Alemanno ha deposto una corona di fiori a porta Capena, dove un monumento ricorda l’attacco. Il primo cittadino, rendendo omaggio alla dignità e al coraggio del popolo americano ha voluto ricordare come, in gran parte, la sfida della lotta al terrorismo sia stata vinta grazia all’esser riusciti a non configurarla come uno scontro di civiltà. Che la lotta sia ancora nel pieno del suo svolgimento, è anche la convinzione di Benyamin Netanyahu, premier di Israele, il paese che, forse più di ogni latro al mondo deve difendersi dal terrorismo ogni giorno. Secondo Netanyahu oggi l’islam radicale è ben lungi dall’esser stato sconfitto ed è in grado di minacciare gli sati musulmani moderati, «la sicurezza dell’Europa e degli Stati Uniti», «e la stabilità della Russia e di molti altri Stati». Anche Benedetto XVI ha voluto ricordare le vittime della strage. Da Ancona ha invitato i responsabili delle nazione a non ricorre alla violenza come soluzione per risolvere i problemi, e «a resistere alla tentazione dell’odio e a operare nella società, ispirandosi ai principi della solidarietà, della giustizia e della pace». Il presidente della repubblica Giorgio Napolitano, invece, ha scritto a Obama, ricordando come, nel giorno della strage, il mondo intero si è unito alla sofferenza degli americani, comprendendo come fossero stati attaccati i valori che fondano la nostra convivenza. Oggi ha fatto sentire la sua voce il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. Che, come di consueto, si è lanciato in un attacco verbale dal sapore folle. Ha, infatti, accusato gli Usa di essersi serviti dell’11 settembre per scatenare altre guerre. «Questo incidente è stato un gioco complicato, usato dagli Stati Uniti per attaccare Iraq e Afghanistan e versare il sangue di gente innocente».
Negli Stati Uniti, intanto, ci si prepara per la celebrazione di questa sera. Il presidente Obama e il suo predecessore, Geroge Bush, saranno insieme, alle 20 italiane a Ground Zero. Durante la celebrazione sarà data lettura di poesie, e nient’altro. Non ci saranno discorsi ufficiali, per volere del padrone di casa, il sindaco di New York Michael Bloomberg. Tra le autorità ci saranno anche i governatori Andrew Cuomo e Chris Christie, l’ex governatore di New York George Pataki e Rudolph Giuliani, ex sindaco della Grande Mela. Per la prima volta saranno ricordati anche i nomi delle vittime degli altri due aerei mentre, in corrispondenza degli orari di impatto dei velivoli con le Torri saranno osservati 4 minuti di silenzio.