Dopo l’Egitto, la Tunisia. Continua il viaggio del premier turco Recep Tayyip Erdogan nei paesi della primavera araba. Un viaggio all’insegna dell’affermazione della propria leadership sul mondo islamico e della condanna di Israele; oggi come ieri, infatti, infatti, ha attaccato Tel Aviv, affermando che «non può più fare come vuole nel Mediterraneo» e che le navi turche hanno il diritto di transitare come e quando vogliono. Centinaia di bandiere di Israele sono state bruciate nel corso della visita di Erdogan. Ieri, al Cairo, ha denunciato i crimini dello stato ebraico dicendosi convinto che, per questi, dovrà pagare. In particolare, ha denunciato l’episodio della Freedom Flottila, quando un gruppo di navi battenti bandiera turca e cipriota violarono l’embargo per portare – ufficialmente . aiuti ai palestinesi. In un blitz su una di queste navi i soldati israeliani, pare dopo esser stati attaccati, uccisero 9 persone, 7 dei quali erano turchi. Erdogan, ieri, ha chiesto a gran voce a Israele di scusarsi e di risarcire le vittime dei familiari. A causa dell’episodio ha interrotto i decennali rapporti interlocutori, cacciando dalla Turchia l’ambasciatore israeliano e richiamando il proprio. Ieri, Erdogan, proseguendo nella sua offensiva verbale, è arrivato a dire che Israele non può continuare a comportarsi da bambino viziato, e a fare del terrorismo un’arma politica impiegata a dismisura.
Applausi ma non solo. I Fratelli musulmani hanno fortemente criticato il discorso del premier turco nella sede della Lega araba, incentrato sulla necessità di uno stato fondato sulla laicità, dal quale bandire gli estremismi religiosi: «l’Egitto crescerà nella democrazia e chi sarà chiamato ad elaborare la Costituzione deve capire che deve rispettare tutte le religioni e tenersi alla stessa distanza dagli adepti di tutte le religioni, perché tutta la società possa vivere in sicurezza», ha dichiarato, ribadendo le linee guida del suo percorso politico. Il portavoce dei Fratelli musulmani, Mahmoud Ghuzlan, e il vice presidente del partito della Fratellanza “Giustizia e Libertà” Issam Aryane hanno criticato Erdogan, contestandogli l’ingerenza a gamba tesa negli affari degli stati altrui.
In agenda era previsto che la prossima tappa del viaggio di Erdogan fosse la Libia. Tuttavia, un imprevisto lo ha fatto desistere e rimandare la visita. Oggi, infatti, si son recati nel paese nordafricano Sarkozy e Cameron. I due, dopo l’arrivo di Erdogan in Egitto, avrebbero deciso in fretta e furia di recarsi in Libia, allo scopo di non lasciare al collega turco troppo terreno. Per evitare imbarazzanti incontri, o di trovarsi in tre capi di Stato contemporaneamente in terra straniera, ha rinviato la tappa di qualche giorno.