Obama ha presentato il suo piano di rientro dal debito contenente la famigerata tassa per ricchi, la Buffet Rule, dal nome di Warren Buffet, il secondo uomo più ricco d’America, il terzo più ricco al mondo, che aveva denunciato il fatto di pagare meno tasse della sua segretaria. In effetti, le aliquote per i ricchi sono ferme al 15 per cento, per tutti gli altri oscillano da un minimo del 10 ad un massimo del 35. Il presidente americano ha spiegato che per riuscire nell’impresa di abbattere il debito di 3mila miliardi di dollari ciascuno dovrà metterci del suo e pagare la propria parte. In sostanza, le aliquote dei ricchi, ferme al 15 per cento, saranno adeguate a quelli degli altri ceti. Una misura che poco ha a che fare con la lotta di classe, ci ha tenuto a sottolineare Obama, ma che riguarda puramente un calcolo matematico. Si tratta di decidere, infatti, secondo l’inquilino della Casa Bianca, se la priorità è quella di permettere all’istruzione e alla sanità di sopravvivere o se è quella di mantenere invariate le aliquote. Poi, lanciando una stoccata al suo predecessore, ha spiegato che gli Usa non si possono più permettere gli sgravi fiscali per ricchi varati da Bush. Secondo Obama è «inaccettabile» che «una maestra o un operaio edile – è stato uno dei passaggi più significavi del suo discorso – paghino più tasse di un miliardario».L’America non tradisce se stessa, ci mancherebbe, e nessuno ha intenzione di punire chi ha avuto successo nella vita, ha precisato Obama. Tuttavia, chi è stato più fortunato degli altri è giusto che contribuisca in misura adeguata alle proprie capacità di reddito. La proposta del presidente americano, che sarà inviata ad una commissione bipartisan del Congresso, in sostanza prevede un dollaro di entrate ogni due dollari di spesa. Nel dettaglio, sono previsti, da qui ai prossimi dieci anni, 4.400 miliardi di dollari di tagli di cui 1.200 miliardi di tagli discrezionali previsti in ambito federale. Ci saranno in più 580 miliardi di dollari di risparmi prelevati dai programmi di spesa obbligatori e 1.100 di risparmi derivanti dal ritiro delle truppe dall’Iraq e dall’Afghanistan. 1,5 miliardi di dollari, invece, proverranno, dalla riforma fiscale.
Obama fa marcia indietro, infine, su Medicare e Medicaid, gli unici programmi di assistenza sanitaria pubblica, per indigenti e anziani. Inizialmente, infatti, erano previsti tagli cospicui a queste due voci. Non sarà, inoltre, innalzata da 65 a 67 l’età necessaria per accedere al programma di assistenza per anziani. Secondo Obama non è certo l’assistenza ad anziani e indigenti la causa della crisi i quali, d’altro canto, non possono dover scontare sulla propria pelle il debito pubblico.