Paura a Gerusalemme dove poco fa sono risuonate le sirene di allarme e un missile sparato dalla striscia di Gaza è caduto nella zona periferica della Città Santa. Si è trattato fortunatamente di una zona disabitata quindi non ci sono sta vittime o danni. Ma è ovvio a tutti che è in atto una drammatica escalation, dopo i due missili lanciati tra ieri e oggi anche sulla capitale Tel Aviv, dove per la prima volta dai tempi della Guerra del Golfo nel 1991 sono stati riaperti i rifugi anti missili. Nessuno infatti pensava che Hamas avesse in dotazione armi in grado di colpire così lontano. E’ in atto poi lo spiegamento delle forze di terra dell’esercito israeliano al confine con la striscia di Gaza: se prima una operazione militare con l’intento di distruggere i depositi di missili di Hamas sembrava possibile, adesso una operazione di tera sembra sia inevitabile. Israele infatti non può permettere che le sue due città più importanti siano a rischio bombardamenti. Il missile su Gerusalemme costituisce poi un precedente inquietante: mai la Città Santa era stata colpita in precedenza, neppure ai tempi della guerra contro Saddam. La capitale delle tre religioni, islamica, ebrea e cristiana, è infatti considerata universalmente intoccabile. Ilsussidiario.net ha parlato con il giornalista del Franciscan Media Center, Andrea Avveduto residente a Gerusalemme proprio pochi minuti prima che arrivasse il missile. Anche lui si diceva tranquillo che Gerusalemme non sarebbe mai stata tra i possibili obbiettivi di questa escalation: “La popolazione è tranquilla” ci stava dicendo “si sente al sicuro soprattutto nella Città vecchia dove è la capitale universale delle tre religioni monoteistiche”. Purtroppo non è stato così. Fonti di Hamas avevano anche diffuso la notizia di aver abbattuto un caccia israeliano a Gerusalemme, forse il missile era stato indirizzato verso quel possibile obbiettivo. Avveduto ci ha anche detto della condizione dei molti cristiani che vivono nella striscia di Gaza. “In queste ore possiamo contattarli solo telefonicamente, nessuno adesso può passare il confine, e sono ovviamente molto preoccupati. Si sentono una minoranza schiacciata tra ebrei e islamici, non sanno da che parte arrivino le bombe che cadono loro addosso”.
Inoltre, ci ha detto ancora, da qualche tempo i militanti di Hamas stanno perendo una vera operazione di conversione forzata dei cristiani residenti a Gaza. “Viene offerto lavoro in cambio della conversione all’Islam, mentre poche settimane fa ha fatto scalpore il rapimento di un cristiano ortodosso per obbligarlo a convertirsi all’Islam”.