Una nuova esplosione, dopo il missile lanciato ieri e fortunatamente caduto in mare, è stata avvertita da poco a Tel Aviv, la capitale israeliana. Sono immediatamente risuonate le sirene di allarme e sono stati ufficialmente aperti i rifugi anti missili con l’invito alla popolazione a servirsene. Era dai tempi della Guerra del Golfo nel 1991 che la capitale israeliana non si trovava sotto attacco. Allora caddero sulla città una quarantina di razzi sparati dall’Iraq. Intanto continuano i bombardamenti reciproci lungo il confine con la striscia di Gaza. Stamattina si era recato in territorio palestinese in visita ufficiale il premier egiziano Qandil: era stata concordata una tregua ma secondo fonti palestinesi i raid aerei israeliani sarebbero continuati lo stesso. Israele ha smentito mentre da parte di Hamas sono continuati i lanci di razzi verso il territorio ebraico. La vista di Qandil incentrata sul tentativo di favorire un cessate il fuoco non ha avuto alcun successo e anzi il premier egiziano se n’è andato sotto ai bombardamenti, riferiscono fonti del luogo. Da parte egiziana, nelle parole del presidente Morsi, è totale la condanna di Israele per “aggressione contro l’umanità”. Sembra di assistere a una preoccupante escalation, con truppe egiziane che si avvicinano al confine con Israele e Israele che sta ammassando truppe al confine con la striscia di Gaza. Sembra evidente ormai che lo stato ebraico abbia in mente una missione simile a quella del 2008 quando dopo giorni di bombardamenti le truppe israeliane invasero Gaza. Scopo della missione di allora come di quella attuale è distruggere i depositi di razzi e missili a disposizione di Hamas. Intanto secondo fonti israeliane, anche il secondo missile sparato da Gaza verso Tel Aviv sarebbe caduto in mare, poco lontano dal sobborgo sud occidentale di Giaffa. E’ ovviamente in azione la diplomazia internazionale, con i paesi occidentali che si schierano a favore di Israele accusando delle ostilità Hamas, ma invitando comunque il governo ebraico a ridurre e fermare i radi. Le intenzioni però sembrano essere quelel di operare una invasione via terra, visto che sono stati richiamati i riservisti e i carri amrati sono già schierati al confine.