Il blitz in Nigeria che è costato la vita ai due ostaggi italiano e inglese. Le acque della diplomazia sembrano essersi calmate dopo che ieri sera si è svolto un incontro tra il capo dello Stato e il capo del governo. Da Londra si ribatte ancora che il nostro Paese era informato di un possibile blitz e che precedentemente il nostro governo aveva anche dato l’assenso all’ipotesi del blitz. Rimane il fatto che l’attacco vero e proprio non sarebbe stato comunicato in anticipo. Il governo italiano comunque insiste ancora oggi affinché Londra spieghi nel dettaglio come si è svolto il blitz e come siano morti i due ostaggi. Secondo il quotidiano inglese Daily Telegraph il blitz sarebbe stato ordinato perché i servizi segreti avevano saputo che i rapitori avevano comunque intenzione di uccidere gli ostaggi. Questo perché uno dei capi dei rapitori, Abu Muhammed, era scomparso misteriosamente da poco tempo. Un testimone oculare avrebbe poi detto che Lamolinara e McManus, dopo che l’attacco era cominciato, erano stati trascinati nel bagno dell’abitazione in cui erano tenuti nascosti e uccisi con un colpo al capo. Fonti di Al Qaeda a cui sono legati i rapitori fanno invece sapere che tra gli stessi e i governi italo-inglese era in corso una trattativa per pagare una parte del riscatto chiesto per i due ostaggi. Una trattativa che la fonte indica come ormai al punto di accordo finale. Ma chi erano i rapitori? Secondo la stessa fonte vicina ad Al Qaeda, il gruppo era guidato dal nigeriano Khalid al-Barnawi. L’uomo era un leader del gruppo salafita per la predicazione e il combattimento, poi diventata la sezione di Al Qaeda nel Maghreb islamico. Era responsabile di numerose azioni jidhaiste ad esempio un attacco alla base miltiare di Mughatti nel nord della Mauritania. Per il riscatto, i rapitori avrebbero chiesto cinque milioni di euro e la liberazione di alcuni detenuti. Questa trattativa era condotto dall’Inghilterra, in quanto i rapitori avevano chiesto il pagamento del riscatto alla famiglia di McManus. Sembra che di fatto esistessero due trattative separate in corso, una italiana e una inglese. Le lunghe trattative avrebbero portato a un accordo per il pagamento di un milione e 200mila euro anziché i cinque milioni richiesti.
Una parte del riscatto era stata effettivamente pagata. A questo punto inglesi e nigeriani hanno seguito i rapitori individuando il luogo del nascondiglio e deciso di effettuare un atataco per tentare di liberare gli ostaggi. Con il risultato che oggi sappiamo.