Nella mattinata di sabato la notizia si era diffusa velocemente: Rossella Urru è libera. A comunicarlo erano stati prima un sito internet mauritano, poi un giornale senegalese, e infine la notizia della liberazione della volontaria 29enne rapita in Algeria lo scorso 23 ottobre era arrivata anche fino questura di Oristano e ai suoi stessi familiari. L’annuncio è stato accolto in poche ore da messaggi di gioia e sollievo sui vari blog, siti internet e social network, come Facebook e Twitter, dove anche Fiorello, che in precedenza aveva lanciato un appello per la sua liberazione, ha festeggiato attraverso un nuovo messaggio: «È il caso di dire hip hip urruuuuuù!». L’entusiasmo però resta in sospeso quando la Farnesina fa marcia indietro ed emette un nuovo comunicato, in cui smentisce la liberazione di Rossella Urru e invita alla cautela. L’inviato speciale per le emergenze del ministero degli Esteri, Margherita Boniver, ha poi infatti spiegato che «fino a quando la notizia della liberazione di Rossella Urru non sarà verificata, e le verifiche sono in corso, essa va considerata come non veritiera». Uno zio della volontaria, dopo aver appreso la notizia, ha commentato: «Stamattina pensavamo di poter festeggiare, invece non abbiamo nessuna conferma. Non sappiamo ancora assolutamente nulla». Secondo alcune fonti, poi citate da Al Jazeera, Rossella Urru sarebbe stata scambiata con un terrorista tuareg insieme ad altri due volontari spagnoli. Il ministro degli Esteri spagnolo, Josè Manuel Garcia-Margallo, si è infatti recato in segreto a Mali per accelerare le trattative per la liberazione di Ainhoa Fernandez de Rincon e Enric Gonyalons, i due spagnoli sequestrati insieme alla volontaria italiana. A rivelarlo è stato il sito web del Pais citando fonti diplomatiche. Secondo un altro sito mauritano, invece, la Urru sarebbe stata liberata insieme al poliziotto Aal Ould al-Mukhtar, rapito nei mesi scorsi nel sud della Mauritania. Rossella Urru era l’unica cooperante italiana al lavoro nel campo profughi saharawi di Rabboni, vicino alla città di Tindouf nel sud dell’Algeria, e come ha sottolineato Adele Lapertosa, portavoce del Cisp, la giovane è «molto apprezzata per le sue capacità professionali e amata dai saharawi per le doti personali».
Originaria di Samugheo, 29 anni, la Urru è laureata in Scienze politiche con una tesi proprio sulla storia del popolo saharawi, e prima ancora di arrivare in Algeria aveva già maturato una notevole esperienza nel settore della cooperazione.