Un giallo ben lungi dall’esser giunto ad un epilogo e che, com’era prevedibile, ben presto è tornato a ridestare inquietanti interrogativi. Quando Bin Laden fu ucciso, l’opinione pubblica si divise sulle più disparate ipotesi. Il principe del terrore, secondo alcuni, non era stato ucciso; secondo altri, era stato ucciso, ma il suo cadavere non era stato gettato in mare; secondo altri ancora, era morto da tempo, la diffusione della notizia era una manovra elettorale di Obama. Sia quel che sia, al di là della verità ufficiale, ha sempre destato qualche perplessità. Gli americani che lo avevano sepolto in mare, calandolo da una portaerei, affermavano che la scelta era stata dettata dalla volontà di impedire che, laddove fosse stato sepolto in terra, lì si potesse creare un luogo di culto per i suoi seguaci. A lungo i vertici Usa disquisirono sull’opportunità o meno di diffondere le foto del cadavere. Si optò per non farlo, il che suscitò il sospetto, com’era ovvio che fosse, che non esistesse alcun cadavere. Ora Wikileaks contribuisce ad alimentare il mistero. Secondo un file diffuso dall’organizzazione guidata da Assange, il corpo del terrorista non si troverebbe nell’oceano, ma sarebbe stato trasferito all’Istituto di Patologia delle Forze armate Usa a Bethesda, nel Maryland. Il file conterebbe una serie di mail scritte nelle ore immediatamente successive all’uccisione da Fred Burton, vicepresidente di Stratfor, l’agenzia privata di intelligence più potente d’America, in una serie di email nelle ore immediatamente successive all’uccisione del leader di Al Qaida, pubblicate da Wikileaks. Cosa accadde, quindi, quel fatidico due maggio scorso, quanto un commando Usa fece incursione nel compound dove Bin Laden viveva da tempo, ad Abbottabad, in Pakistan? Resta, infatti, da capire, a questo punto, se anche la dinamica degli avvenimenti corrisponde a quella raccontata. Secondo la versione Usa, cinque minuti dopo la mezzanotte, l’organizzatore degli attentanti dell’11 settembre fu scovato nel proprio rifugio, in seguito ad una delicatissima operazione di intelligenze, e ucciso con dei corpi d’arma da fuoco da un commando dei marines americani.
L’operazione, sempre secondo le fonti ufficiali, venne seguita in diretta dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama e dallo staff presidenziale. Oltre a Bin Laden, furono uccisi alcuni membri della sua famiglia che, in quel momento, si trovavano assieme a lui.