Rossella Urru non è stata affatto liberata come dicevano le notizie diffuse giorni fa. Lei e nemmeno il soldato mauritano Ely Ould Moctar che si trova in mano agli stessi rapitori. Insieme alla donna durante l’assalto al centro di cooperazione e aiuto erano stati rapiti anche due cooperanti spagnoli. E’ dunque mistero sulla sua situazione reale. A dire così sono i due giornali della Mauritania, Sahara Media e Ani, gli stessi che avevano dato la notizia sabato scorso della loro liberazione. La madre della Urru ha ricevuto una telefonata dalle autorità del paese africano in cui le è stato detto che il poliziotto è ancora nelle mani dei rapitori e null’altro. La Farnesina da parte sua non commenta. I giornali riportano che la notizia della liberazione è dunque falsa e che i “negoziati per la liberazione di Moctar, Rossella Urru e dei due cooperanti spagnoli sono ancora in corso e che vi partecipano elementi collegati all’Aqmi e al Movimento Jihad”. Secondo i due giornali i rapitori avrebbero comunque raggiunto un accordo per uno scambio di Rossella, dei due spagnoli e del gendarme rapito con il prigioniero salafita Abderrahmane Ould Meddou. L’uomo era stato arrestato per essere uno dei rapitori di altri occidentali, tra cui una coppia di italiani, accaduto nel 2009. Sempre secondo quanto riportano i giornali il governo italiano sarebbe disponibile a pagare un riscatto per la liberazione della Urru. Rapita lo scorso 23 ottobre in un campo di accoglienza profughi nell’Algeria meridionale, di Rossella Urru manca adesso qualunque notizia precisa. La giovane cooperante italiana è originaria di Samugheo in Sardegna: il parroco locale ha fatto sapere che domani si terrà una processione con preghiere apposite per la liberazione della ragazza in occasione della festa della donna che cade appunto domani otto marzo. Nei giorni scorsi si è assistito a una grande mobilitazione in Italia per la richiesta di liberazione della cooperante. Tra i tanti, l’impegno in prima persona di Fiorello che si è fatto promotore di una campagna di sensibilizzazione. A rivendicare il rapimento della donna una organizzazione vicina ad Al Qaeda appartenenti al “Movimento Unito per la Jihad in Africa Occidentale”. La regione è attraversata da moti indipendentisti e tensioni fondamentaliste.Certamente la situaizone appare sempre più preoccupante.
Anche il fatto che della donna non esistano notize sul suo stato di di salute, messaggi diretti, fotografie, sta inquietando prima di tutti i membri della sua famiglia, provati dal lunghissimo rapimento di cui al momento non si vede una soluzione.