Manca ancora l’ufficialità, ma pare che il premio Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi, sia stata eletta nel Parlamento della Birmania. La notizia è stata data dal suo partito, la Lega nazionale per la democrazia, ed è stata riportata dai media americani. Si sono infatti chiusi circa tre ore fa i seggi in Birmania dove ci sono state le elezioni suppletive per 45 seggi su 1160 del Parlamento nazionale. Il partito della Suu Kyi ha anche denunciato delle irregolarità nelle votazioni, che però hanno visto anche la presenza di osservatori internazionali che al momento non si sono ancora espressi in merito. In particolare, la Lega nazionale per la democrazia ha lamentato l’impossibilità di ricevere voti in alcuni seggi dove le schede presentavano già dei segni che non permettevano agli elettori di fare la propria scelta. Secondo altre segnalazioni, i militanti del partito di maggioranza avevano raccolto le preferenze porta a porta tra i cittadini birmani.

Stando comunque alle notizie che circolano al momento, la Suu Kyi sarebbe in netto vantaggio rispetto al candidato del partito del regime. Dopo 15 anni di detenzione e sette di arresti domiciliari, il Nobel per la pace, che ha ora 66 anni, potrebbe essere eletta dopo essere tornata in libertà nel 2010.

Tra i sostenitori di Aung San Suu Kyi c’è anche Roberto Baggio, ex giocatore di calcio, che ha inviato un videomessaggio in cui promette di recarsi presto in Birmania per festeggiare insieme a lei e al suo popolo un grande risultato. Nel messaggio Baggio ha ricordato che nel 2007 la Suu Kyi lo aveva chiamato per ricevere il premio della pace della città di Roma. Lì ebbe modo di approfondire la conoscenza della sua battaglia per la democrazia e la libertà, che proprio oggi potrebbe sfociare in un risultato importantissimo per il futuro della Birmania.

L’ex calciatore ha quindi rivolto un appello particolare al voto ai giovani birmani, usando una particolare immagine legata al suo passato calcistico. Ha detto loro che non potevano più stare in panchina, ma era il momento di fare rispettare le regole del gioco che appartengono alla democrazia di tutto il pianeta.

Aung San Suu Kyi, dimostratasi meno irriducibile con il regime rispetto al passato era riuscita già a ottenere un risultato importante quando le era stato concesso di candidarsi a queste elezioni. Cosa che aveva reso scontata la sua vittoria. Ora il punto più controverso che potrà creare tensioni con il regime sarà la richiesta di rivedere quella parte della Costituzione birmana che garantisce il 25% dei seggi in Parlamento ai militari che la Suu Kyi vorrebbe rivedere.