Si attende ancora la decisione del giudice indiano dello Stato del Kerala che deve stabilire a chi spetti la giurisprudenza del caso dei due fucilieri del reggimento San Marco accusati di aver ucciso due pescatori scambiandoli per pirati. I legali di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre,come gran parte dell’opinione pubblica italiana affermano che spetti all’Italia. L’Enrica Lexie, la nave dalla quale hanno sparato, al momento dell’episodio contestato si trovava in acque internazionali. Dovrebbe valere, di conseguenza, il principio regolato dal diritto internazionale secondo cui, in questi casi, si applicano le regole delle Nazione di cui la nave batteva bandiera al momento del fatto. Tanto più che marò, essendo militari, dovrebbero in ogni caso essere giudicati dal proprio Paese. Anche qui, si tratta di una norma basilare del diritto internazione. Tuttavia, il giudice non si è espresso in tal senso. E, per il momento, ha semplicemente stabilito che i due marò dovranno stare ancora per 14 giorni in custodia giudiziaria. Nel frattempo, da parte del primo ministro del Kerala, Oommen Chandy, giungono dichiarazioni tutt’altro che rassicuranti: «La nostra posizione – ha detto – è molto chiara, molto aperta. I due soldati italiani hanno commesso un reato nell’ambito della legge indiana, devono affrontare questo processo». Poi, continuando a conversare con i cronisti, ha sottolineato come la giustizia indiana sia del tutto libera e indipendente. Il primo ministro ha, inoltre, fatto presente che non cambierà idea neppure se dovesse ricevere pressioni da parte di Nuova Delhi. Il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura, che è in India dove sta seguendo da vicina le pieghe che sta assumendo la vicenda, ha definito le dichiarazioni del primo ministro, laddove fossero confermate, «preoccupanti, improvvide e inopportune». De Mistura si è augurato che non siano vere. In caso contrario, sarebbe dimostrato che la giustizia locale è decisamente influenzata dalla politica locale. Oggi De Mistura vedrà di nuovo tutte le persone coinvolte nella vicenda mentre si continua ad attendere la decisioen dell’Alta Corte sulla giurisdizione del caso.
Nel frattempo, è giunta la solidarietà ai marinai italiani dell’ex ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che ha fatto sapere che «non smetteremo di stare accanto a loro fin quando non saranno riportati in Italia».