Chris Stevens, ambasciatore americano in Libia, è rimasto ucciso nel corso dell’attacco sferrato stanotte al consolato statunitense di Bengasi. Insieme a lui sono rimasti uccisi anche tre funzionari diplomatici americani: il motivo della morte sembra sia da imputare ad asfissia per colpa dell’incendio appiccato all’edificio dagli assalitori. La vicenda ha ancora contorni oscuri. Il motivo della violenza sembra sia da imputarsi a una protesta da parte dell’ala più fondamentalista islamica per un film di un regista israelo-americano ritenuto blasfemo. Un film dove la figura sacra dell’islam, Maometto viene dipinta come quella di un personaggio violento, istigatore di massacri e sessualmente sfrenato con le donne. Bisogna dire che per i fedeli musulmani solo riprendere la figura del Profeta, a prescindere da come viene ritratto, è un atto blasfemo. Nel pomeriggio di ieri infatti proteste e violenze si erano registrate anche al Cairo, dove alcune migliaia di musulmani avevano attaccato l’ambasciata americana distruggendone la bandiera. Sul tragico episodio di Bengasi è intervenuto intanto il presidente americano Obama: “Condanno duramente l’attacco oltraggioso alla nostra sede diplomatica a Bengasi, in cui hanno perso la vita 4 americani, tra cui l’ambasciatore Chris Stevens”. Immediato l’ordine di alzare al massimo livello l’allerta sicurezza in tutte le ambasciate americane nel mondo, specialmente quelle che si trovano in paesi a maggioranza islamica. Sui motivi reali dell’attacco di questa notte c’è però ancora confusione. Secondo alcune fonti infatti dietro l’attacco ci sarebbe una vendetta di Al Qaeda, che in un comunicato ha fatto sapere che si tratta di “una reazione della milizia Ansar Al-Sharia alla conferma della morte di Abu al-Libi”. Si tratta di quello che era considerato il numero due dell’organizzazione terroristica. Il film incriminato si intitola invece “Innocence of Muslims”, ‘innocenza dei musulmani, e a finanziario sarebbe stato il pastore americano noto in passato per aver bruciato il Corano, scatenando violente reazioni già in quelle occasioni.