Fotografie che ovviamente non verranno pubblicate da questa testata, come invece fatto dai colleghi della Cnn, del Guardian e di altre testate anglo-americane che ne sono venute in possesso. Si tratta di 55mila immagini di corpi martoriati di prigionieri del regime di Assad, raccolte in due anni, dal 2011 al 2013, da un fotografo militare per ordine dei suoi stessi superiori. Raccontano lo strazio subito da circa 11mila prigionieri della guerra civile siriana, uccisi dopo essere stati sottoposti a terribili torture. Il rapporto che le raccoglie tutte è stato raccolto da uno studio legale londinese su richiesta del Qatar, paese islamico da sempre schierato con i ribelli siriani. Servirà a inchiodare ulteriormente alle accuse di crimini contro l’umanità il presidente Bashar Al Assad, già definito da Stati Uniti e dai suoi alleati occidentali responsabile di crimini di guerra contro il suo stesso popolo. Il dossier poi è stato consegnato alle Nazioni unite in vista della conferenza di pace che si aprirà domani a Ginevra. L’autore delle foto, rimasto anonimo, è stato definito credibile da avvocati che lavorano presso i tribunali criminali internazionali: ha detto che il suo compito era di fotografare i cadaveri dei prigionieri morti anche se personalmente non ha mai assistito a torture o a esecuzioni. Nelle immagini si vedono cadaveri ridotti pelle e ossa con i segni di bruciature, impiccagioni, violenze varie. Il testimone ha detto che mediamente fotografava cinquanta corpi al giorno. Lo scopo era di fornire alle famiglie delle vittime il certificato di morte senza permettere loro di vedere i cadaveri di persona.