Il giorno in cui veniva assassinato l’ex ministro libanese Mohammad Shatta a Beirut, quattro ragazzi si trovavano a loro insaputa sul luogo dell’attentato che sarebbe avvenuto pochi minuti dopo. Come tutti i giovani del mondo, si erano appena immortalati in un cosiddetto “selfie”, l’auto scatto che va tanto di moda e che viene poi sempre diffuso sui social network. Quattro giovani sorridenti e allegri, tre dei quali poco dopo sarebbero stati spazzati via e uccisi dall’urto esplosivo. In loro ricordo, e in atto di protesta contro attentati di marca fondamentalista che oltre a colpire il proprio obbiettivo (il che sarebbe già da condannare) fanno spesso e volentieri vittime innocenti, tantissimi giovani libanesi in queste ore si stanno facendo fotografare con la tecnica del selfie in segno di protesta. Le loro foto vengono diffuse con l’hashtag “not a martyr”, non voglio essere un martire della vostra logica assassina.