Tre italiani sono rinchiusi da quasi un anno nella prigione tunisina di Momaguia, ma solo oggi il Parlamento si interessa alla loro storia. I tre si occupano di esportazione di corallo e sono stati arrestati dalle autorità locali tra il febbraio e il marzo dell’anno scorso, prelevati dalle loro abitazioni a Bizerte, città costiera distante 65 chilometri dalla capitale Tunisi. Si tratta di Nicola Magliulo, 31 anni, Michele Magliulo di 65 e Giacomo Danese di 72, originari della provincia di Napoli e di Trapani, tutti accusati di associazione a delinquere e contrabbando. Della loro storia si è interessato Arturo Scotto, deputato di Sel che ha presentato un’interrogazione al ministro degli Affari esteri nella terza commissione della Camera dei deputati: “Alle famiglie degli arrestati non è stata notificata alcuna documentazione, se non il numero del fascicolo pendente presso l’autorità giudiziaria tunisina e l’indicazione della prigione di Momaguia come luogo di detenzione dei tre italiani, e gran parte del materiale risulta essere in possesso dell’ambasciata italiana in Tunisia”, ha scritto Scotto in una nota. “Le accuse su di loro pendenti, se confermate, sarebbero di estrema gravità – ha aggiunto – ma nulla può giustificare lo stato di drammatica disinformazione in merito agli arrestati in attesa di giudizio”. Il deputato di Sel ha quindi chiesto che si faccia chiarezza al più presto riguardo le “iniziative da assumere per far sì che le famiglie degli arrestati possano avere al più presto notizie certe sullo stato di salute e giudiziario dei loro congiunti”.