Per decenni l’ex Unione sovietica smentì ogni responsabilità in quello che è uno dei più orribili e odiosi massacri della storia europea moderna, il massacro di oltre 22mila soldati polacchi nella foresta di Katyn, ai tempi territorio russo, nel 1939, dopo che l’Armata rossa aveva invaso in accordo con i tedeschi la Polonia. Solo nel 1990, in piena epoca di distensione, i russi ammisero le loro responsabilità, indicando l’allora dittatore Stalin come autore dell’ordine di uccidere i polacchi. I corpi delle migliaia di militari uccisi con un colpo alla nuca vennero ritrovati nel 1943 quando i tedeschi avevano a loro volta invaso la zona. Quello che si viene a sapere oggi è un nuovo particolare di una storia purtroppo infinita. Alla riesumazione dei corpi dei soldati uccisi erano presenti numerosi ufficiali americani e inglesi, allora prigionieri di guerra, invitati dai tedeschi per ovvi motivi di propaganda, per dimostrare cioè che la loro invasione della Russia era dopo tutto giustificata. Lo ha fatto sapere solo oggi una ricercatrice americana di chiare origini polacche che ha a lungo indagato sull’episodio, Krystyna Piorkowska, mostrando la dichiarazione resa nel 1945 dal colonnello John Val Vliet. Le dichiarazioni dell’ufficiale provano in maniera indelebile la responsabilità di Stalin nel massacro, ma anche che le sue parole vennero occultate ai tempi dagli americani per paura che la verità potesse mettere in cattiva luce Stalin, ai tempi alleato decisivo nella guerra contro la Germania nazista, rischiando di perdere appunto la sua alleanza. In una conferenza stampa, mostrando la nuova documentazione, la Piorkowska ha detto che questa scoperta indica che c’è ancora molto da sapere sulla verità relativa al massacro di Katyn.