La prima cosa che ha fatto è stata scoppiare a piangere. Cosa voglia dire aver passato sedici anni in galera sapendosi innocente lo potrà sapere solo lui, Luis Lorenzo Vargas, 46 anni. Adesso l’incubo è finito: era stato ritenuto colpevole di aver stuprato tre donne nel 1999. La prova? Avere un tatuaggio simile a quello che le vittime avevano riconosciuto durante le violenze. Grazie a una forte campagna di sensibilizzazione un giudice ha deciso di rivedere il suo caso ed è bastato un semplice esame del dna per scagionarlo. L’autore delle violenze, a cui se ne aggiungerebbero altre 39, è invece ancora libero. In tribunale con Vargas era presente anche la madre: lui si è girato verso di lei ed è riuscito a mormorare solo “ti voglio bene”. Il tatuaggio che lo ha incastrato? Una goccia di lacrima sul viso che è bastato a farlo sentenziare colpevole di crimini mai commessi. La cosa assurda adesso è che l’uomo si trova ancora in carcere per immigrazione clandestina, ma si dice sicuro di venir scarcerato presto. Il vero stupratore seriale intanto non ha più colpito dal 2013, ma la polizia si dice sicura che sia ancora in giro pronto a colpire: più di 40 casi di stupro dal 1995 al 2013.