Un sostenitore dell’Isis è il responsabile dell’attentato di oggi a Gerusalemme: ne è sicuro il premier israeliano Benyamin Netanyahu, intervenuto con un comunicato dopo aver visitato la scena dell’attacco terroristico con il ministro della Difesa Avigdor Lieberman. Tutti gli elementi raccolti finora portano Israele a ritenere che l’autore sia un simpatizzante dello Stato Islamico. Inoltre, ci sarebbe un filo comune con gli attentati di Nizza e Berlino: «Certamente può esserci un legame con la Francia e Berlino e adesso Gerusalemme. Noi combattiamo contro questo male e avremo il sopravvento» ha dichiarato Netanyahu, il quale ha poi rivelato di conoscere l’identità del killer. L’attentato di oggi a Gerusalemme, dunque, andrebbe allargato al complicato contesto internazionale. Intanto sono scoppiate le polemiche per un titolo della Bbc, che avrebbe inizialmente parlato di «conducente di un camion colpito da spari» e non di terrorista (clicca qui per il tweet). Indignato il ministro dell’Istruzione Naftali Bennett, che ha rilanciato su Twitter il titolo usato dalla Bbc. Clicca qui per il video dell’area dopo l’attentato di Gerusalemme.



L’autore dell’attentato di oggi a Gerusalemme, che ha provocato 4 morti e 13 feriti (di cui 3 gravi), sarebbe un simpatizzante dell’Isis: lo ha dichiarato ai media locali il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha convocato nel pomeriggio il Consiglio di difesa, facendo riferimento ad elementi a disposizione degli investigatori. Secondo fonti palestinesi citate dall’agenzia Maan, l’autore dell’attacco terroristico, che per le sue modalità ricorda gli attentati di Nizza e Berlino, sarebbe un palestinese di Jabel Mukaber, quartiere est di Gerusalemme. Si tratterebbe, secondo le stesse fonti, di Fadi al-Qanbar, 28enne rilasciato dalle carceri israeliane. Il portavoce del ministero degli Esteri israeliano Emmanuel Nashshon ha commentato l’attentato di oggi a Gerusalemme: inizialmente lo ha definito un «nuovo attacco palestinese». Poi su Twitter si è chiesto: «Quando il mondo capirà che il problema è l’odio palestinese?» 



Attentato terroristico a Gerusalemme oggi, domenica 8 gennaio 2017: un camion ha travolto un gruppo di soldati di leva. L’attentatore, che ha provocato la morte di tre donne e un uomo, tutti suoi 20 anni, è stato ucciso. I feriti, invece, sarebbero almeno 15, secondo il quotidiano Ynet, ma almeno uno versa in gravi condizioni. Non è ancora stata rivelata l’identità dell’attentatore, ma il capo della polizia israeliana Roni Alsheich ha rivelato che si tratterebbe di un palestinese originario di un quartiere di Gerusalemme Est. L’attentatore potrebbe essere Fadi al-Qanbar, secondo le Brigate Qassam, ala militare di Hamas. Il gruppo lo definisce un «mujahid, combattente della jihad». Sono emersi i primi dettagli sulla dinamica dell’attentato di oggi a Gerusalemme: stando a quanto riportato da Ansa e Reuters, il killer avrebbe colpito il gruppo di militari appena erano scesi da un autobus. Dopo averli investiti avrebbe fatto retromarcia per ripassare su di loro. I soldati rimasti illesi avrebbero fatto fuoco sul killer, uccidendolo.



Cominciano a circolare le prime testimonianze sull’attentato avvenuto oggi a Gerusalemme, dove un camion è finito sulla folla. Un soldato ai microfoni della tv Channel 10 ha raccontato di aver visto un camion che si fiondava contro: «La mia pistola mi è rimasta addosso per miracolo. Ho iniziato a sparare alle gomme, ma ho capito che non aveva senso, perché il camion ne aveva molte. Allora sono corso davanti alla cabina e ho iniziato a sparare addosso all’uomo che guidava. Ho fatto fuori l’intero caricatore. Poi hanno iniziato a sparare altri commilitoni» ha dichiarato il soldato nella sua testimonianza. Il livello di allarme è stato comprensibilmente elevato a Gerusalemme. Il capo della Polizia non ha escluso che l’attentatore si sia ispirato all’attentato di Berlino, avvenuto prima di Natale. Intanto Hamas da Gaza gioisce per l’attacco: il portavoce Hazzem Qassem ha scritto un post sulla sua pagina Facebook, spiegando che il popolo palestinese ha deciso «di ribellarsi finché non otterrà la sua libertà e liberazione dall’occupazione israeliana».