Centinaia, migliaia di pellegrini indù si muovono con ogni povero mezzo a disposizione, trattori, vecchi camion, a piedi. Accade una volta all’anno quando, nel mese di novembre, c’è la luna piena. Quest’anno è caduto lo scorso 3 novembre, ma La migrazione si ripete da secoli. Sono tutte donne, vanno verso il fiume Kamala, nel distretto di Dhanusha, nel Nepal. Si stanno radunando per quello che, tradotto in inglese, è il Ghost Festival, il festival dei fantasmi. Arrivano anche dalla vicina India e tutte appartengono alla casta più bassa degli indù, quella della comunità Dalit. I più poveri, i più emarginati, i più disgraziati di un mondo, quello indù, che divide ancora gli esseri umani in caste che tra di loro non si possono mischiare. Vanno a purificarsi, perché convinti che nelle loro comunità o nelle loro famiglie si celano spiriti cattivi, che portano sfortuna e povertà. Tanti dei loro mariti si trovano a lavorare all’estero, nei paesi arabi.
In riva al fiume li aspettano alcuni sciamani, gli unici in grado di guarirli. In che modo? In un modo violento. Naturalmente c’è un prezzo da pagare, che neanche gli sciamani lavorano gratis: 1500 dollari a testa per un rito che comprende bastonature a sangue sul corpo e il versamento di un olio di senape nelle orecchie. Poi danzano e vengono immerse a forza sotto acqua e tirate su strappandole per i capelli più volte nelle acque del fiume tenendo fra le mani lo stesso bastone che le ha percosse. Per le caste più ricche e fortunate, sono solo dei poveri superstiziosi. Ma quando sei la feccia della società e tutti ti respingono, si arriva a sperare anche in questi riti paurosi. Vecchi riti che in un certo modo ricordano quelli del cristianesimo più antico, i flagellatori che si autopuniscono frustandosi da soli sulla schiena fino a ridurre la pelle in poltiglia. Castigare la carne e unirsi simbolicamente a Cristo, nella sofferenza che precede la morte. La speranza che la salvezza passi da un corpo massacrato. In Calabria una pratica cominciata nel XV secolo e poi proibita dalla Chiesa, ma ripristinata nel 1997. Tradizioni, superstizioni.