La guerra in Siria non è finita e le truppe russe non sono del tutto tornate a casa. Due notizie che sconfessano quelle della propaganda: gruppi jihadisti in gran parte appartenenti alle milizie di Al Nustra legate ad Al-Qaeda sono infatti ancora molto attive. E’ vero che la guerra durata anni era rivolta soprattutto alle milizie dell’Isis, ma questo non giustifica la presenza di milizie jihadiste ancora in attività. Dall’altra parte, circa un mese fa, Putin aveva incontrato il presidente siriano Assad per annunciare il ritiro dei soldati russi impegnati in Siria “perché la guerra ormai era stata vinta”. L’episodio che segue invece svela molto chiaramente come entrambe le notizie siano fasulle.
Un jet russo è stato abbattuto nella regione di Idlib, il pilota ha fatto in tempo a paracadutarsi e ad atterrare sano e salvo nonostante il fuoco degli jihadisti contro di lui. Una volta a terra è stato circondato dai miliziani ma è riuscito a ucciderne due sparando con la sua pistola di ordinanza.
A quel punto i miliziani erano comunque riusciti a prenderlo, quando lui ha fatto esplodere la bomba a mano che aveva con sé al grido “Questa è per i nostri ragazzi”. Si è così immolato per non cadere in mano agli islamisti e vendicando idealmente i compagni rimasti uccisi nella guerra di Siria. In seguito all’accaduto, la vittima, il maggiore Roman Filipov, 33 anni, ha ricevuto dal ministro della difesa la più alta onorificenza del Cremlino, quella di “Eroe della Russia”. Dopo la sua uccisione, jet russi hanno compiuto numerose missioni bombardando l’area controllata dagli islamisti, specialmente sulle città di Saraqeb, Maarat e Idlib.