E’ stata arrestata nelle scorse Nadia Savchenko. L’ex pilota di caccia, nonché ex deputata ucraina, condannata in Russia quindi restituita a Kiev attraverso uno scambio, programmava un atto terroristico nei confronti del Parlamento del proprio paese. Le accuse nei suoi confronti sono infatti quelle di «Pianificare un attentato alla Rada, con l’intenzione di far saltare in aria l’aula». Stando a quanto raccolto dall’agenzia i stampa Interfax, il procuratore generale Yuriy Lutsenko, ha parlato di prove inconfutabili circa le intenzioni della Savchenko: «Ha personalmente progettato, reclutato persone e dato loro istruzioni – le parole del procuratore – su come condurre un attacco terroristico qui in questa sala. Ha programmato di distruggere con due granate i seggi, assaltare la cupola a colpi di mortaio e finire i sopravvissuti con armi automatiche».



I FATTI DEL 2014

Savchenko ha negato ogni accusa, rimandandole al mittente, fornendo un’altra versione dei fatti, ovvero, sapendo di essere sotto controllo dai servizi di sicurezza, avrebbe appunto inscenato la pianificazione di un attentato terroristico nel parlamento ucraino: «Tutte le prove – ha detto in l’ex top gun – sono state fabbricate». Savchenko ha inoltre ammesso di aver realmente discusso l’ipotesi di far saltare la Rada con alcuni ufficiali dell’esercito, ma che si trattava di semplice fantasie. Come detto in apertura, la donna in questione non è la prima volta che sale alla ribalta delle cronache. Nell’estate del 2014 era stata infatti arrestata e condannata a 22 anni di carcere da un tribunale russo, con l’accusa di aver ucciso due giornalisti russi nell’Ucraina dell’est, durante la guerra fra le due nazioni. Nel maggio 2016 è stata quindi rilasciata e consegnata agli ucraini, in cambio di due spie russe.

Leggi anche

Zuppi: "In Ucraina e Israele pace rimane l'obiettivo"/ "Migranti? Salviamo vite, ma serve aiuto dall'UE"Guerra Ucraina-Russia, ultime notizie/ Pentagono: "Se Kiev perde la Nato combatterà contro la Russia"