L’artista Eva Robin’s sarà a teatro alla Montagnola di Bologna il prossimo 9 settembre, impegnata in un monologo tratto da La Pianista di Jelinek: “Ho cominciato nel ’93 – ricorda la stessa bolognese, intervistata da Il Giorno – con Andrea Adriatico che mi ha scaraventata sul palco ne La Voce Umana di Cocteau. Ora affronto il personaggio che al cinema è stato di Isabelle Huppert. Non sarò mai come lei. Ma le difficoltà mi stimolano, certi insuccessi mi hanno resa più forte”. Un impegno a teatro e in contemporanea un “addio” al cinema: “Ho divorziato a malincuore – racconta – mi chiedono sempre le stesse cose, è dura essere uno stereotipo”. Il giornalista ripercorre gli esordi in tv negli anni ’80, un trans sul piccolo schermo, quasi come fosse un’attrazione da circo: “Era inevitabile – replica lei – ho acceso la curiosità della gente. Io stessa faticavo a trovare un equilibrio nella mia dualità. Adesso dico che è stato un bel matrimonio e continua ad esserlo”.
EVA ROBIN’S: “ANTONIO RICCI UN GENIO”
Ma ora la Robin’s ha chiuso con la trasgressione e le ambiguità: “Figuriamoci. Se ne vedono di tutti i colori: la sessualità è stata sdoganata”. Ma chi sono gli uomini e le donne, chiede quindi il collega de Il Giorno all’attrice teatrale: “Gli uomini – risponde – sono donne che non ce l’hanno fatta, mentre le donne sono uomini che riescono a piangere”. E ancora: “Io mi sento donna, ma mi porto dentro questa immagine di femme fatale che non è mia. Ovviamente ci ho giocato. In ogni caso preferisco stare nell’universo femminile, è molto educativo”. La Robin’s ha quindi raccontato alcune delle sue esperienza con i più grandi dello spettacolo, come ad esempio Dario Argento “Esperienza unica, è ipocondriaco”, ma anche Antonio Ricci, definito “Un genio che ha precorso i tempi”, e ancora Gianni Boncompagni, che l’ha voluta in Primadonna “La sua intuizione era buona, ma mi ha mandata allo sbaraglio”. Infine il rimpianto della sua vita: “Non aver detto cose importanti a persone che non ci sono più”.