Già vittima in passato dell’odio no vax, Fabrizio Pregliasco deve fare di nuovo i conti con le minacce di morte. Come rivelato dal diretto interessato ai microfoni di Adnkronos, è stata recapitata al virologo una busta con una lettera di intimidazioni e un proiettile. L’esperto di Covid ha spiegato di aver ricevuto il materiale mentre era a lezione: “Mi ha telefonato uno dei miei collaboratori che ha aperto con i guanti questa busta che gli era sembrata un pò strana, pensavano ci fosse dentro una fialetta o qualcosa del genere”.
Invece, purtroppo, la busta conteneva una lettera di minacce e un proiettile. Fabrizio Pregliasco ha proseguito il suo intervento ai microfoni dell’agenzia di stampa: “C’era una bella lettera di minacce in cui mi dicevano che io consiglio il vaccino ai bambini che è neurotossico e quindi mi mandavano questo proiettile, non grosso, promettendo di sparare nelle gambe e nella pancia a me, ai miei figli e ai miei familiari, con l’intento proprio di farmi soffrire”.
FABRIZIO PREGLIASCO MINACCIATO DI MORTE
Le forze dell’ordine stanno investigando sul fatto, un altro grattacapo per Fabrizio Pregliasco. Poche ore fa il virologo aveva parlato ad Adnkronos soffermandosi sulla crisi in Ucraina e in particolare sull’invio di armi a Kiev da parte dell’Italia, sottolineando che questa vicenda ci mette in una condizione di scontro, scenario “spaventoso”: “Noi siamo operatori di pace come volontari e quindi sicuramente questa cosa ci lascia un pò così. Non vorrei entrarci”. Il virologo, presidente dell’Anpas, tra le maggiori associazioni di volontariato in campo sanitari, ha spiegato che in Slovacchia è stato messo a punto un centro di smistamento per i profughi ucraini: 200 tende in campo e la formazione di un canale umanitario. Fabrizio Pregliasco si è poi soffermato sulla guerra in corso nel Paese di Zelensky: “E’ chiaro che in questo momento ci sarà anche un tatticismo su due fronti, anche Putin ha detto ‘usiamo le armi nucleari’. Quindi sono toni che si alzano tra le parti, ma si spera che tutto quello che si sta vedendo a livello europeo, ma anche russo, di una popolazione che rifugge la guerra e si fa sentire almeno in termini di opinione pubblica, abbia la meglio al di là di queste dichiarazioni di principio, non dico necessarie ma che tengono conto di scenari diversi e di possibile escalation del rischio”.