Recentemente il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha dato il via ad una vera e propria crociata contro gli obiettivi climatici dell’Unione Europea, guidando una delegazione composta da lui e dai presidenti di Piemonte, Veneto ed Emilia (con un rappresentante, dato che Bonaccini è impegnato con l’emergenza alluvione) a Bruxelles. Lo scopo della delegazione è quello di far capire come gli obiettivi UE del 2030 siano, di fatto, irraggiungibili per la Pianura Padana, che rischia di pagare un costo altissimo per rispettarli. Per l’occasione Fontana ha portato una serie di studi, puntando anche a presentare un “manifesto” della Lombardia sulla qualità dell’aria.
Fontana: “Obbiettivi irraggiungibili, il costo è troppo alto”
Insomma, Attilio Fontana ci tiene a chiarirlo con tutte le sue forze: gli obiettivi climatici dell’Europa sono irraggiungibili per la Pianura Padana, salvo il pagamento di un costo eccessivamente alto. In una nota spiega che “simulazioni modellistiche approfondite che hanno stimato come nemmeno riduzioni delle emissioni dell’80% di tutti gli inquinanti consentirebbero di rispettare i limiti proposti per il Pm10 e il Pm2.5″ entro il 2030, sottolineando come lo stesso impact assessment prodotto dalla Commissione europea che quei limiti, con un taglio dell’80%, non si raggiungerebbero neppure nel 2050.
Secondo Fontana questo si traduce in un’amara verità: “anche con la diffusione delle migliori tecnologie disponibili ci si potrebbe avvicinare ai limiti proposti solo tagliando drasticamente le attività” con un costo che stima attorno al “-75% dei veicoli circolanti; -75% delle attività industriali; -75% degli impianti di riscaldamento; -60% degli allevamenti”. Il governatore lombardo sottolinea anche come durante il lockdown, con circolazione ed attività produttive limitate, “l’inquinamento era calato meno del 3%. Una quantità irrisoria”. Fontana sottolinea anche come “nonostante l’Europa produca solo il 10% dell’inquinamento mondiale, siamo qui a massacrarci, ad annientarci su obiettivi a dir poco impervi“, che nella Pianura Padana sono resi ancora più difficili da un problema “fisico, geografico e morfologico“.