Francesco Guccini ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in occasione della presentazione del suo nuovo album. Il quotidiano di via Solferino ricorda come l’osteria sia stata per anni il luogo d’eccellenza del cantautore, ma oggi la sua vita è cambiata: «Oggi no, vado a dormire al massimo alle 11. E sull’Appennino, dove vivo, osterie non ce ne sono», spiega il Maestrone 83enne. In ogni caso a quelle tavole conviviali ha voluto dedicare il suo nuovo album, «Canzoni da osteria», 12 cover delle tradizioni popolari del mondo. «Molti dei brani sono quelli che cantavamo quando studiavo io», racconta ancora. Immancabile «Bella ciao» che è stata però riveduta e corretta: «L’ho dedicata alle ragazze iraniane perseguitate dal regime. Vi ho messo delle parti in farsi, la loro lingua, e l’ho declinata al femminile». L’invasore si trasforma in «oppressore» ma Guccini non ce l’ha solo con il regime dittatoriale dell’Iran: «Gli oppressori sono anche da noi. E per sapere chi sono basta chiederlo a Fazio, a quelli cacciati della Rai».



Nel disco anche una canzone in ebraico «Hava Nagila», ma che non ha nulla a che vedere con il conflitto in corso da più di un mese: «In realtà — spiega Francesco Guccini — l’avevo messa in cantiere ben prima di questa tragica guerra, per dedicarla a un altro amico di università, l’israeliano Elisha. Del resto su questo conflitto ho le idee molto chiare». E a proposito della guerra in Medioriente sottolinea di non sopportare le «tifoserie che vedo in tv. Io sto con chi sta in mezzo, le vittime».



FRANCESCO GUCCINI: “ZEROCALCARE? ANCHE IO HO FATTO I MIEI BOICOTTAGGI”

Un commento anche su Zerocalcare, negli scorsi giorni in polemica per la vicenda Palestina-Israele: «Anch’io ho fatto i miei boicottaggi: quando non ero d’accordo con Berlusconi, non sono mai andato nelle sue reti. Anche se nessuno mi chiamava, quindi non ho fatto troppa fatica». Guccini spiega di non «ascoltare il 90 per cento di quello che passa in radio o sulle piattaforme», aggiungendo di trovarsi d’accordo con Riccardo Muti secondo cui si parla troppo dei Maneskin e poco della cultura italiana, aggiungendo comunque che «facciano un buon lavoro se sono ascoltati in tutto il mondo».



Il Maestrone ha parlato anche dei suoi problemi agli occhi per cui non può più leggere: «Un peso enorme e questo mi fa soffrire: mi sento come Borges, oggi che posso avere tutti i libri del mondo, a differenza di quando ero un giovane squattrinato, non li posso leggere». Quindi ha chiosato dicendo: «non ci sarà un terzo disco di cover, anche perché non riesco più a reggere giornate faticose come queste», ma l’aveva già detto in passato.