In questo intervento ci occuperemo più da vicino dell’immagine mediatica e dei convincimenti dell’opinione pubblica che si stanno avendo nel mondo occidentale allargato dello scenario post-globalizzazione. Quello che mi preme sottolineare è che l’incipit della netta maggioranza degli interventi mediatici è la contrapposizione sostanziale Usa-Cina, cioè tutto è polarizzato intorno a queste due nazioni, volutamente rappresentate come le due vere superpotenze.
Questa rappresentazione è a mio parere falsa, e inoltre lo è volutamente, nel senso che gli organi di informazione fatti e condotti da giornalisti più o meno esperti, ma non veri specialisti delle materie, vengono condotti al traino di una regia occulta. Questa regia ha le segrete stanze a Washington.
Nell’essere più precisi e analitici, uno dei tentativi degli Usa per fiaccare la Russia senza scontri militari diretti è quello di creare un’immagine di Stato vassallo della vera potenza dominante che è la Cina, trascinando in questa illusione ottica pilotata non solo giornalisti, tantissimi di loro, ma anche tanti storici e sociologi; al contrario, i macroeconomisti restano sul loro terreno e non fanno voli pindarici, essendo paragonabili a dei fisici nucleari del tessuto sociale. La macroeconomia accademica e finanziaria istituzionale coma la Banca Mondiale fanno il loro lavoro analizzando dati economici e costruendo modelli di incremento del reddito, e in tale lavoro la fantasia per creare immagini falsate ha poco spazio.
Vengo subito al dunque, per dare chiarezza alle esternazioni precedenti; correggendo le economie mondiali con PPA (Parità dei poteri d’acquisto) molto calibrate e qualitativamente molto diverse, viene fuori che la Russia è al quarto/quinto posto come economia mondiale, dove il primo posto lo prende la Cina; solamente che nelle analisi accademiche e di enti come la Banca Mondiale viene immediatamente messo in risalto lo scarso gradiente qualitativo complessivo del Pil cinese riconteggiato in PPA a fronte dell’alto gradiente qualitativo di quello russo.
Ne abbiamo già discusso, l’economia cinese diventa la prima del mondo se alla materia dei consumi ordinari e sterminati viene dato un costo standard: ad esempio, il taglio dei capelli Mentre, per il Pil russo i prezzi standard vengono ricercati sugli stipendi degli ingegneri civili, militari, spaziali, e poi sulle risorse minerarie e agricole e via dicendo. Quindi, il tentativo mediatico finale di far apparire la Cina come il reale antagonista degli Usa è qualcosa di architettato e cercheremo perciò di capirne gli intendimenti nascosti.
Infatti, per dare il sapore vero della copertura mediatica degli eventi, noi abbiamo oggi che numerosi esperti e giornalisti definiscono la Russia vassallo cinese, il socio minore o inferiore, per non parlare poi di espressioni del tipo che il porto di Vladivostok appartiene ai cinesi. Personalmente, dispiace che qualche figura di storico veramente notevole sia anch’essa caduta nell’illusione ottica, quando invece la profondità degli eventi farebbe osservare, ad esempio, che nella guerra del Peloponneso del 431 a.c. il capo dell’alleanza del Peloponneso era Sparta, sebbene la città di Corinto fosse notevolmente più ricca; la primazia di Sparta era giustificata dalla sua potenza militare e bellica, che era al di fuori della portata di tutte le altre città greche.
Bene, mutando i tempi e passando due millenni e oltre, le cose sono sostanzialmente le stesse anche oggi: Usa e Russia sono al livello fondamentale le due vere superpotenze perché hanno un apparato bellico e nucleare non alla portata di nessun altro al mondo; e tra le altre cose, la Russia è in questo momento in una condizione di elevata ricchezza sociale, quindi con un’opinione pubblica compatta e fiera.
Dove si annida allora lo scopo profondo degli Usa, tramite la supposta manipolazione dei flussi informativi e mediatici, di voler far credere all’opinione pubblica occidentale e internazionale che il vero avversario è la Cina e non il suo vassallo che sarebbe la Russia? Lo scopo profondo è nel minare in ampiezza e intensità la convinzione eussa interna del suo ruolo, e cioè darle l’immagine che sta servendo a poco a poco i desiderata di un padrone che prima o poi mostrerà il volto vero della sua mostruosità; poi questo padrone altri non sarebbe che la Cina.
Inoltre, in questi periodi di scontri a molte dimensioni, cioè del tipo guerreggiati in territori circoscritti come l’Ucraina orientale, oppure economici come le sanzioni e il congelamento di risorse finanziarie russe, e via discorrendo, non manca mai alla fine di qualsiasi importante intervento americano la suggestione ventilata e atemporale della Russia come appartenente all’Occidente, e in questo momento ammantata di pericolose voglie imperialiste e revansciste. In tale scenario illusorio diventa importante veicolare anche l’emotività dell’opinione pubblica occidentale sul fatto di far credere che il vero avversario sia la Cina, in quanto tutte le scomodità della guerra e anche quelle economiche che stiamo vivendo – soprattutto in Europa – possano essere presentate come un male, minore e preventivo, rispetto a quello di uno scontro già in atto con la Cina.
L’immagine di cui mi servo in modo più iconico per smontare questo criticabile flusso informativo è la questione di Taiwan, e cioè che se la Cina avesse invaso l’isola come la Russia ha fatto con l’Ucraina, tempo solo una settimana e la costa cinese meridionale sarebbe stata bombardata pesantemente dalla Nato, il contrario esatto di quello che è avvenuto in Ucraina. Quindi, corollario velenoso di tutto questo ragionamento, è che con molta furbizia e sagacia la Cina stia corteggiando e blandendo la Russia, per dare l’immagine che in caso di invasione a Taiwan sarebbe da essa affiancata e aiutata.
La realtà è che la Russia con altrettanta sagacia ed eleganza nicchia, cioè usa espressioni di rimando del tipo: sarebbe da valutare il contesto internazionale, ecc.
Finalmente, al punto di partenza: dentro le segrete stanze di Washington sanno e conoscono benissimo le cose di cui abbiamo dato un’immagine tratteggiata.
giovanniricci669@gmail.com
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