E’ uscita in streaming solo pochi giorni fa, la nuova pellicola di Giovanna Mezzogiorno, diretta da Cristiana Comencini: “Tornare” affronta temi carissimi alla regista come alla protagonista, sulla famiglia, la violenza e il potere del ricordo, sui quali la stessa attrice romana è tornata in un‘intervista concessa a Io Donna. Raccontando del suo nuovo film (“Un film forte e cupo”), ecco che per Giovanna Mezzogiorno è pure occasione di analisi retrospettiva e rivelazioni personali: nella storia di Alice, donna che ritorna a Napoli per il funerale del padre dopo anni di assenza e che rincontra la se stessa bambina e giovane adolescente, è impossibile non ritrovare qualcosa di sè. L’attrice romana ha dunque affermato: “Il film mi ha fatto ripensare a me stessa adolescente. Io ero una vera peste, tremenda, sempre arrabbiata, molto ribelle, ma non ribelle come Alice. Alice è un’adolescente indomabile, disubbidiente, ma gioiosa. Io no, ero arrabbiata coi miei genitori, e questo mi rendeva triste. Non ho avuto una bella adolescenza”.
E tornando sul ruolo della famiglia e sul rapporto tra la romana e il padre, scomparso quando aveva appena 17 anni, si continua a far riferimento, obbligato visto anche quanto raccontato nel film: “Mio padre era un padre severo, autoritario: anche se poteva fare il burlone, sapeva esattamente quello che voleva, anche da me. Mi obbligava, mi costringeva in tante cose… Era un padre anche difficile. Tutto sommato il nostro era un trio che funzionava, ma quando lui è uscito di scena, i ruoli di noi che restavamo si sono confusi e per mia madre è iniziata la discesa”.
GIOVANNA MEZZOGIORNO: “HO MORSO BELLOCCHIO PERCHE’…”
Ma oltre alle confessioni personali ecco che Giovanna Mezzogiorno non si risparmia e parla anche del presente, della sua carriera ma anche del suo impegno di mamma di due figli: “Non mi sono mai fermata, a parte la pausa per la maternità. È difficile tenere insieme tutto, ma è importante non mollare, non afflosciarsi su casa-figli-famiglia. Il lavoro è vitale, è carburante”. E su Leone e Zeno racconta: “Sono due gemelli bellissimi e già so che faranno strage di cuori. Ma non corriamo, fino a qui tutto bene. O meglio… più o meno bene, perché il loro carattere sta uscendo prepotentemente: capita che in loro esca la rabbia, e allora cominci a intravedere anche quegli aspetti che saranno parte della loro vita da adulti”.
Ma oltre alla famiglia, anche tanto lavoro, impegnativo e vissuto al massimo della passionalità per Giovanna Mezzogiorno, che in chiusura dell’intervista non esita a concedere un retroscena curioso che la vide protagonista assieme a Marco Bellocchio (protagonista degli ultimi David di Donatello), che la diresse in “Vincere”. L’attrice ha dunque raccontato: “Un film faticosissimo, Marco non è un regista facile, un giorno l’ho preso a botte, l’ho anche morso sulla spalla. Volevo che smettesse di tenere le distanze, di parlarmi attraverso gli assistenti. Gli stavo dando il sangue, dovevo trovare il modo di vincere la sua fiducia”.