Giovanni Antonacci, classe 2001, è il secondo figlio di Biagio Antonacci e Marianna Morandi, figlia di Gianni Morandi. Non solo figlio ma anche nipote d’arte: “Non si può scappare dal paragone con loro. Sono orgoglioso di quello che la mia famiglia ha fatto, ma so che devo portare rispetto alla nostra storia, sento alla pressione di dovermi impegna moltissimo”, ha detto Giovanni, che ha seguito le orme del padre e del nonno nella musica, al settimanale Chi. Anche il fratello maggiore Paolo Antonacci è autore di canzoni per artisti come Nek, Alessandra Amoroso, Eros Ramazzotti e Irama. Quest’anno sarà a Sanremo con un pezzo scritto per Annalisa. Giovanni Antonacci scrive e pubblica i suoi brani da due anni, l’ultimo è il singolo “Fino a tre”: “È autobiografica, l’ho scritta in una notte che ero malinconico”. Il nuovo brano è l’unico per cui ha chiesto un parere a Papà Biagio, nonno Gianni invece ascolta le sue canzoni una volta pubblicate e poi con un messaggio gli fa sapere quello che pensa. Giovanni non esclude in futuro di partecipare a un talent show, magari Amici.



Giovanni Antonacci: figlio e nipote d’arte, tra papà Biagio e nonno Gianni

Giovanni Antonacci è molto legato al nonno Gianni Morandi: “È una di quelle persone che, quando era in una stanza, tutto si illumina, lui porta con sé un sole immenso: sapere regalare positività è una cosa bellissima”, ha detto a Chi. Nei mesi scorsi Morandi ha pubblicato su Instagram un video in cui il nipote lo imita. Il giovane Antonacci ha anche un bellissimo rapporto con il padre Biagio: “Papà è più misterioso… spero di avere anche la sua attitudine da sex symbol”, ha scherzato durante l’intervista. Sul braccio, Giovanni ha un tatuaggio con il nome del padre “Non tatuarti Biagio love”: “Papà non era contento e il giorno del tatuaggio mi ha lasciato un bigliettino… che è diventato il tatuaggio”, ha spiegato il ragazzo. Per quanto riguarda la musica, Giovanni è più affezionato alle canzoni del papà, le prime che ha suonato al piano. Ma il suo cuore è Rossoblu come quello del nono: “Zio Pietro è stato “traviato” da mio papà a tifare Inter. Quando sono nato io, il nonno ha fatto di tutto per farmi diventare tifoso del Bologna”.

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