Per cento anni ha realizzato i sipari della Scala, le mostre di Palazzo Reale e da ultimo il “Cuore Bosco”, un allestimento in piazza San Fedele in occasione del Salone del Mobile. E’ la Way Allestimenti, un’azienda con 70 dipendenti e sede principale a Rho (MI) nata nel 1895 sotto il nome di ditta Mosé Vaj. Il vicepresidente Massimiliano Vaj racconta la storia di questa impresa che si è trasmessa di padre in figlio per quattro generazioni.
Di che cosa di occupa la Way Allestimenti?
La nostra impresa si occupa di allestimenti e arredamenti. I primi riguardano tutta la parte di decorazione, architettura temporanea di fiere, mostre, eventi, congressi, convention, e tutto ciò che è una forma di arredamento temporaneo. Realizziamo inoltre arredamenti su misura per negozi, showroom, musei e corner espositivi.
Quale di queste attività la rende più fiero della sua azienda?
Ci siamo occupati di tappezzeria teatrale, realizzando sipari, mantovane, quinte, drappeggi e decori dei palchi dei teatri lirici. Tutti i sipari della Scala, tranne l’ultimo, sono stati realizzati da noi. Il penultimo è tuttora montato all’Arcimboldi. Abbiamo inoltre lavorato al Teatro Regio di Torino e al Teatro Massimo di Palermo. Mio nonno ha scritto un libro sulla tecnica teatrale di apertura dei sipari, studiando dei sistemi che poi sono stati montati in questi teatri.
Di recente in quali ambiti avete lavorato?
Siamo intervenuti nel ristorante del Museo del Novecento, costruendo l’astrolabio a led luminoso e una parte degli arredi. Negli ultimi tre anni abbiamo realizzato diverse mostre a Palazzo Reale, come quella su Arcimboldo, su Salvador Dalì, “Giappone. Potere e splendore”. L’anno scorso durante il Salone del Mobile, in piazza San Fedele abbiamo allestito il progetto “Cuore Bosco”, curato dall’architetto Attilio Stocchi. Un lavoro molto artistico, con la statua di Verdi che parlava, 80 pali luminosi, giochi di suoni e luce, i rumori del bosco.
Com’è organizzato il lavoro nella vostra impresa?
Mio padre e io siamo gli imprenditori, io ho seguito le sue orme come era avvenuto a lui nei confronti di mio nonno e di mio bisnonno. Mio padre è il presidente e io sono il vicepresidente. C’è poi un ufficio tecnico che sviluppa i lavori e una parte della progettazione, mentre l’aspetto della relazione con i clienti è seguita dal tecnico-project manager. I nostri sette tecnici, con il ruolo di responsabili di commessa, sviluppano i progetti, li organizzano, li seguono in produzione, li fanno installare. Io e mio padre in seconda battuta gestiamo i rapporti con i clienti principali e ci occupiamo dei lavori dal punto di vista organizzativo, sia all’interno dell’azienda sia nel luogo in cui avvengono le installazioni. L’azienda ha 70 dipendenti e, rientrando nella categoria delle piccole imprese, siamo sul pezzo tutti i giorni.
Qual è la storia della Way Allestimenti?
La società, che all’epoca si chiamava ditta Mosé Vaj dal nome del mio bisnonno, nel 1895 ha acquisito una società di tappezzeria e addobbi per parate, mostre e cerimonie religiose, il cui nome era ditta Serafino Guerra. Insieme hanno creato una realtà che non si occupava più solo di tappezzeria, ma anche di addobbi. La tappezzeria nello specifico era arredamento teatrale o domestico, mentre l’addobbo era l’evento che in quel periodo era soprattutto costituito da cerimonie religiose, militari o matrimoni.
Come vi siete sviluppati quindi negli anni?
Siamo cresciuti in diversi settori, dalla confezione di materassi, la falegnameria e la carpenteria per eventi e installazioni temporanee. Nel nostro archivio storico si vedono ancora le squadre del nostro personale con la tuta, sulla quale è stampato il nome dell’azienda, e i vecchi mezzi degli anni ‘30 con il muso lungo davanti. L’azienda si è poi sviluppata nell’ambito delle mostre e delle fiere commerciali, quando nel secondo Dopoguerra il Paese è ripartito. Siamo intervenuti in particolare nella Fiera Campionaria, in occasione della riapertura della Triennale e abbiamo partecipato anche alla ricostruzione della Scala. Abbiamo inaugurato l’Autostrada del Sole e l’Autostrada dei Fiori, costruendo i palchi per le personalità, quindi ci siamo concentrati soprattutto sull’allestimento di stand e mostre culturali.
(Pietro Vernizzi)